Nella tenuta presidenziale di Castelporziano, a Roma, sono stati trovati e catturati vivi diversi esemplari di cinghiale, per essere successivamente scambiati come merce in una pubblica gara ad offerte senza scrupoli né umanità.
Nessuna distinzione: cuccioli, giovani e adulti subiranno lo stesso triste destino prescelto dal Quirinale di Roma. L’importo a base d’asta è rispettivamente di 8, 60 e 110 euro ad esemplare.
Un trattamento immorale
Contro il trattamento immorale del Quirinale interviene l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), affinché i cinghiali siano rispettati come esseri senzienti secondo quanto affermato nel trattato di Lisbona. Le procedure amministrative attuate dalla presidenza della Repubblica non sono conformi alle normative dell’accordo internazionale, ma soprattutto crudeli nei confronti di questi meravigliosi animali selvatici.
L’appello al presidente della Repubblica
Sfortunatamente, l’asta di Castelporziano non è un caso isolato. Nel corso dell’ultimo anno sono state istituite analoghe vendite di animali vivi da RomaNatura e dal Parco di Veio. La convivenza tra uomo e animali selvatici in alcuni casi è difficile, soprattutto se gli animali si avvicinano troppo ai centri abitati. L’abbattimento sistematico, tuttavia, non può e non deve essere una soluzione. La delegata dell’Oipa, Rita Corboli, fa quindi appello al Presidente Mattarella:
Gli esemplari in sovrannumero possono essere contenuti con adeguate campagne di sterilizzazione. Chiediamo alla presidenza della Repubblica, come abbiamo chiesto alla Regione Lazione e agli enti di gestione delle riserve, che non si ricorra più a queste procedure e che si passi a una gestione etica della fauna poiché questa è di proprietà indisponibile dello Stato, cioè di tutti i cittadini, la stragrande maggioranza dei quali è contraria alla caccia e, immaginiamo, anche alla cattura di animali vivi destinati ad andare all’incanto