Fastidiosi e pericolosi, le zanzare si combattono con una serie di strategie mirate, per il benessere ritrovato di tutta la famiglia.

30 Luglio 2021 di Redazione

Uno dei rovesci della medaglia dell’estate è rappresentato dalle sgradite compagne, un tempo solo delle calde notti (con le varie Culex) e oggi, con la zanzara tigre (Aedes albopictus), anche del giorno in giardino o terrazzo. Il fastidioso ronzio irrita e le punture anche ma il problema principale è che le zanzare possono trasmettere malattie a noi e la filaria ai nostri cani. Alla larga dunque, ma come?

Eliminiamo le larve: quali prodotti e come usarli

Ognuno di noi deve fare la propria parte per arginare la diffusione di questi insetti, a partire dal nostro spazio verde. Imitiamo, nelle acque private, i Comuni italiani che intervengono a cadenza precisa distribuendo insetticidi larvicidi chimici o biologici nelle acque pubbliche. Gli insetticidi chimici sono a base di piriproxyfen o diflubenzuron e si acquistano nei garden center, consorzi agrari, centri brico e supermercati, e online. Sono in compresse da far cadere nelle raccolte d’acqua artificiali inaccessibili, come tombini e caditoie, dove non è presente una fauna da preservare. Sono infatti principi attivi tossici per l’uomo e gli animali domestici e selvatici. L’insetticida larvicida biologico è a base di Bacillus thuringiensis var. israelensis, un batterio molto specifico che nuoce solo alle larve di zanzara, non all’uomo né agli altri animali, né alle piante: utilizziamolo anche nel laghetto dove coltiviamo piante acquatiche, ma non se abbiamo i pesci perché uccidiamo il loro cibo, cioè le larve di zanzara… Si compra in farmacia, nelle rivendite agrarie e online, in barattoli che lo contengono in capsule. Distribuiamolo a cadenza settimanale, nelle dosi indicate in etichetta, nei collettori perenni: pozzetti, bocche di lupo, tombini di scolo, caditoie, fosse settiche, bidoni di raccolta acqua (anche in quelli che servono per irrigare piante da orto: non lascia residui che incidono sugli ortaggi che poi mangiamo, e non ha tempo di carenza), vasche da giardino e minipiscine (anche quella del cane), tinozze e laghetti, stagni, fossati eccetera. È molto efficace, se si rispetta la cadenza di distribuzione.

Controlliamo l’acqua. Tanti i “serbatoi” potenziali

I trattamenti servono a poco, però, se non agiamo anche in prevenzione. Innanzitutto, dobbiamo intervenire sulle acque ferme. Eliminiamo i contenitori e gli oggetti inutili (attenzione ai vecchi pneumatici: sono la “culla” ideale per le piccole zanzare tigre!) abbandonati fuori casa, nei quali si può raccogliere l’acqua piovana. Chiudiamo ermeticamente i bidoni che servono come raccolta d’acqua o copriamoli con una zanzariera integra e ben tesa, oppure svuotiamoli ogni 5 giorni e lasciateli asciugare per mezza giornata. Accertiamoci che l’acqua in sottovasi, secchi e innaffiatoi non rimanga per più di 3 giorni, svuotandoli sul terreno e non nel tombino. Controlliamo periodicamente che le grondaie non siano intasate da foglie, muschio o altri detriti. Puliamo i tombini di scolo almeno una volta l’anno, in primavera, eliminando la sporcizia accumulata.

Mettiamo una retina fitta attorno agli sfiati delle fosse biologiche. Se abbiamo uno specchio d’acqua, popoliamolo di pesci e favoriamo l’arrivo di libellule, rane e rospi, tutti ottimi cacciatori di larve e insetti adulti.

I nostri alleati, gli animali da attirare

I nemici naturali delle zanzare, di cui incentivare la presenza, sono parecchi: libellule, rane e rospi, ramarri e lucertole, uccelli, pipistrelli, ricci. Un solo pipistrello può divorare in una sola notte fino a 5mila zanzare! Le libellule hanno bisogno di uno specchio d’acqua più naturale possibile, così come rane e rospi, che gradiscono anche una fitta vegetazione sulle rive per poter salire, scendere e nascondersi. Ramarri, lucertole e ricci apprezzano fessure fra le pietre dei muretti, interstizi al sole e cataste di legna e pietre indisturbate. Gli uccelli (e le rondini in particolare) vanno attirati con mangiatoie, abbeveratoi e nidi, oppure lasciando la possibilità di nidificare in cantine, magazzini, portici, capanni semiaperti. I pipistrelli si aiutano, oltre che con le stesse strutture elencate per le rondini da lasciare semiaperte, con le apposite cassette nido (bat-box, in vendita nei migliori garden center) seguendo bene le istruzioni per l’uso.

Piante utili allo scopo, per invogliarle ad andarsene

Infine, interveniamo sugli ambienti ove soggiorniamo, sia fuori che dentro casa, cercando di renderli assai inospitali per gli sgraditi insetti. Orniamo il giardino, il terrazzo e i davanzali con piantine (e le stanze con mazzolini, in vaso con acqua o appesi alle pareti) di geranio, rosmarino, lavanda, edera, felce, basilico, menta e altre aromatiche, avendo cura di rinnovarli non appena appassiscono. Nelle serate all’aperto, bruciamo nel falò, nel barbecue o in un braciere una manciata di foglie secche di salvia, ruta, rosmarino, alloro, pino o eucalipto. Sparpagliamo qua e là candele alla citronella e alle altre essenze naturali. In una ciotolina appoggiata sul comodino vicino al letto sminuzziamo foglie di basilico o menta, oppure poniamo un mezzo limone steccato nella parte tagliata con parecchi chiodi di garofano (rinnoviamo il tutto ogni sera). Infine, cospargiamo le parti del corpo esposte con lozioni a base di essenza di geranio, citronella, lavanda, menta, rosmarino: sono repellenti antizanzare utilizzabili anche sui nostri cani e nelle loro cucce.

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