Nell'allevamento di Fossano, circa 2000 suini destinati al macello erano costretti a nutrirsi delle carcasse di altri maiali morti.

21 Settembre 2021 di Chiara Pedrocchi

Quella davanti a cui si sono trovati i Carabinieri di Fossano, coadiuvati dai veterinari dell’Asl, sembrava la scena di un film dell’orrore, eppure era la triste realtà. Nell’allevamento di Fossano, nel cuneese, infatti, ad alcuni maiali sono state date in pasto le carcasse di altri maiali morti, accumulati sul piazzale o dentro la struttura.

Circa 2.000 animali allevati e destinati al macello vivevano dunque in condizioni igienico-sanitarie a dir poco pietose, senza spazi per muoversi e costretti a rotolarsi in liquami per cui non c’era assolutamente alcun sistema di scolo, in una situazione di totale mancanza di rispetto nei confronti della loro dignità. Gli animali feriti e malati venivano abbandonati a se stessi e alla loro sofferenza. Ma non solo: al di là del dolore di queste povere bestie, immeritevoli di tale trattamento, è chiaro che una tale incuria è rischiosa in termini di diffusione di malattie o di nuove epidemie.

allevamento fossano

Vista l’assurdità della situazione, la titolare dell’azienda è stata segnalata alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Cuneo per reati “in materia di gestione dei rifiuti e di tutela per il sentimento verso gli animali”. Oltre alla denuncia, alla donna verranno comminate sanzioni amministrative in ambito di sanità e igiene animale.

Sembra davvero incredibile come nel 2021, con la diffusa consapevolezza ambientale che si è andata a creare negli ultimi anni, sia possibile che esistano ancora allevamenti come l’allevamento di Fossano e tanti altri che vengono continuamente scoperti e chiusi. Sembra, tra l’altro, che i responsabili dell’allevamento di Fossano dove stavano questi animali non abbiano imparato nulla dalla pandemia di Covid-19 da cui ancora facciamo fatica a uscire completamente. Viene spontaneo domandarsi a quale livello debba abbassarsi l’uomo prima di capire che ostinarsi a tenere aperte queste strutture comporta innumerevoli pericoli per gli animali, per l’ambiente e, non ultimo, per lui stesso.

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