«No uccisione orsi e lupi. L'attività venatoria deve essere limitata. La caccia dal 31 dicembre 2018 ha causato ben 65 vittime, tra morti e feriti.

30 Gennaio 2019 di Redazione

Enpa ancora in campo: no uccisione orsi e lupi

«No uccisione orsi e lupi. Se la vera preoccupazione delle Regioni è quella di garantire la tutela della biodiversità e la sicurezza e l’incolumità delle persone, l’attività venatoria deve essere limitata. La caccia dal 31 dicembre 2018 ha causato ben 65 vittime, tra morti e feriti. Non certo chiedere mano libera per sparare a lupi e orsi».

Lo dichiara l’Ente Nazionale Protezione Animali, che aggiunge: «La richiesta delle “regioni alpine” è alquanto surreale. Lo è anche la dichiarazione secondo cui vi sarebbero esemplari in soprannumero. Invece di alimentare allarmismo e generare confusione, si affidino al mondo scientifico che riesce ad ottimizzare la convivenza tra fauna selvatica e allevatori/agricoltori».

Uccisione lupi e orsi: un mezzo per raccogliere consensi facili

«Per alcuni amministratori, lupi e orsi sono solo un mezzo per raccogliere consensi facili. Così, invece di promuovere la convivenza e l’applicazione degli strumenti di prevenzione, preferiscono terrorizzare la popolazione. Il “gioco” dura da tempo, tuttavia esso non porta da nessuna parte: le regioni hanno già provato ad approvare leggi per la “gestione autonoma” di orsi e lupi ma sono state impugnate da questo governo».

Invece di continuare a lavorare su progetti fallimentari, le regioni alpine rispettino lo Stato, il Ministero dell’Ambiente, i cittadini: la fauna selvatica, infatti è patrimonio della comunità, non certo una “proprietà” delle Regioni.

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