Il cavallo è stato uno dei primissimi animali ad essere addomesticato dall’uomo. Tuttavia, in ambito scientifico regna un certo dibattito riguardo a questo avvenimento. Non vi è dubbio che gli esseri umani lo utilizzarono per scopi diversi a seconda del periodo storico ma diverse tesi sono state avanzate riguardo all’epoca del primo addomesticamento.
La storia del cavallo
L’evoluzione del cavallo è probabilmente lunga quanto quella dell’umanità. Inizialmente viveva nelle steppe, poi la sua capacità di adattamento lo spinse a invadere le praterie. Gli uomini preistorici ammiravano questi animali e li dipingevano persino sulle pareti delle caverne. Inizialmente venivano cacciati per le pelli e la carne, molto prima di essere addomesticati.
Con il riscaldamento globale prima dell’ultima glaciazione, i prati scomparvero, portando così alla rarefazione della specie equina. Alcuni però riuscirono ad adattarsi al nuovo ambiente, la foresta. Nell’America del Nord il cavallo si estinse completamente, prima nella regione di Bering poi nel resto dell’America, tra il 10.000 e il 14.200 a.C.
Tuttavia sopravvisse in Eurasia, motivo per cui i cavalli attuali discendono tutti da questi superstiti. Alcuni esperti ritengono che l’addomesticamento in questa parte del mondo abbia salvato il cavallo dall’estinzione. Infatti, intorno all’ 8.000 a.C l’uomo era già molto probabilmente in grado di considerare il cavallo a scopo alimentare, e il suo mantenimento in cattività potrebbe essere l’origine della sopravvivenza di questo animale.
Nel corso dei secoli, i cavalli hanno guadagnato o perso dimensione per adattarsi all’ambiente. Da notare, a titolo di esempio, alcune modificazioni morfologiche come la ristrettezza degli zoccoli delle specie che vivono su terreni duri, il muso più corto di quelle che vivono in climi freddi, le ossa più fini degli individui presenti in climi caldi. Una selezione naturale per migliorare la qualità di vita.
L’arte preistorica mostra come i cavalli fossero venerati molto prima di essere addomesticati. Dipinti sulle pareti delle caverne, erano anche il fulcro di alcuni culti e rituali. Sicuramente l’uomo ne subiva il fascino perché erano i soggetti principali nelle pitture rupestri.
I primi cavalli ad essere domati furono probabilmente puledri i cui genitori erano stati uccisi. È così che un gran numero di animali selvatici sono stati avvicinati o addirittura addomesticati dall’uomo. Alcuni specialisti suggeriscono che l’interesse dell’umanità per i cavalli potrebbe essere all’origine dell’incontro dei coloni con i popoli cacciatori-raccoglitori delle steppe.
Anche se fu uno dei primi animali ad essere addomesticato, inizialmente il cavallo era considerato cibo ed ha costituito la prima fonte di proteine animali consumate dall’uomo.
Fu quindi solo intorno al 5.500-5.000 a.C., attraverso il contatto con i popoli della steppa che già padroneggiavano l’allevamento e l’agricoltura, che questa nuova specie di quadrupedi fu addomesticata come cavalcatura.
Il cavallo è presente in tutti i continenti, in diverse razze
La grande varietà di razze presenti sul pianeta non agevola il lavoro agli scienziati che stanno lottando per scoprire, con la massima precisione, quando il cavallo è stato domato dall’uomo. Alcuni esperti parlano del Paleolitico superiore, cioè dell’8.000 a.C. La prima prova, tuttavia, risale solamente al 3.500 a.C. e fu trovata in Kazakistan nelle steppe dove prima vivevano i Botai. Non si trattava degli stessi cavalli che conosciamo oggi, perché la specie era rustica e robusta.
I Botai allevavano cavalli per la caccia e per il latte delle giumente. Questi animali costituivano anche una riserva di carne. Questa teoria sembra essere la più probabile, soprattutto perché all’epoca si poteva osservare una differenza tra alcuni cavalli: una buona percentuale dei resti degli animali esaminati dagli scienziati aveva tracce di usura nella mandibola, dovuta al morso. Tutto faceva quindi pensare che alcuni cavalli fossero già montati.
Inoltre, tra i Botai nessun altro animale era stato addomesticato tranne il cane. Nei reperti dei villaggi di questi popoli, che abbiamo trovato e analizzato, tra il 65 e il 99% figurano resti di cavalli. Si presume quindi che l’equitazione consentisse loro di cacciare mandrie di equini per nutrirsi.
La scienza al servizio della storia
Fino agli anni 2000, i ricercatori confrontavano i fossili e gli scheletri ritrovati per cercare di trovare informazioni. Da allora, la scienza, e soprattutto la genetica, ha offerto la possibilità di osservare i geni sequenziando i genomi delle specie studiate. Gli scienziati potranno quindi identificare con maggiore precisione la storia dell’addomesticamento dei cavalli. Una cosa pare certa: tutti i cavalli attuali provengono dal cavallo di Przewalski.
Questo è un cavallo selvatico mongolo, molto raro, in via di estinzione, originario delle steppe dell’Asia centrale. L’animale prende il nome dal geografo ed esploratore russo Nikołaj Przewalski che lo scoprì nel 1800. L’addomesticamento è quindi recente e deriva dalla selezione di alcuni stalloni per aumentare il numero delle mandrie domestiche.
È così che questa forma di allevamento ha dato origine a diversi tipi di equini e a classificarli in base al loro utilizzo: da sella, da trazione o da corsa, ma anche in base alla loro razza, perché l’addomesticamento ha finito per modificarne il genoma.
Dall’allevamento, alla lavorazione della terra, poi alla guerra
I cavalli addomesticati furono rapidamente utilizzati per le carrozze e la guerra. Lo dimostrano le indicazioni sui denti e sugli scheletri rinvenuti. Questo animale ha cambiato profondamente il modo di vivere degli esseri umani.
Nella tarda preistoria possedere un cavallo era un segno di grande prestigio. Alcuni popoli che padroneggiavano l’allevamento, ma anche la pratica dell’equitazione, erano ammirati e rispettati. Qualche tempo dopo, il cavallo fu utilizzato come mezzo di trasporto per merci e persone in tutta l’Eurasia. Erano essenziali anche nei campi per sostituire, per esempio, i buoi durante l’aratura, perché molto più forti e agili.
Il cavallo è stato presente in ogni fase dello sviluppo dell’umanità. Ha permesso il commercio, rivoluzionato i trasporti su vasti territori e, soprattutto, portato prosperità e potere a vari popoli, servito nelle guerre e nelle battaglie. Grazie a questi animali, la vita degli esseri umani è cambiata molto più velocemente di quanto si potesse prevedere.