Sono la deforestazione, la costruzione di nuove infrastrutture e gli incendi boschivi alcune delle minacce alla sopravvivenza del giaguaro. A ribadirlo è stato il WWF in occasione della giornata dedicata a questo straordinario felino, il terzo più grande del mondo dopo la tigre e il leone. Oggi restano appena 160.000 esemplari di Panthera onca su tutto il pianeta Terra, un numero troppo basso che già da tempo ha messo in allarme gli animalisti.
Minacciato da oltre 50 anni
Anche se il giaguaro popola ben 18 Paesi dell’America centrale e meridionale, negli ultimi anni il suo areale si è ridotto di oltre il 50%, soprattutto a causa della persecuzione da parte dell’uomo. Eppure, sembravano superate le mattanze degli anni Sessanta e Settanta, quando migliaia di questi predatori venivano sterminati per meri interessi economici. Nel 1973 l’entrata in vigore della Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (CITES) non ha spaventato i bracconieri che, anzi, hanno continuato a catturare i giaguari per rivenderli al mercato nero.
Il piano del WWF
Proprio per contrastare questo bracconaggio, il WWF ha predisposto, assieme ad altre 18 organizzazioni governative e non, un piano per garantire la conservazione dei giaguari fino al 2030. Cinque le aree di intervento: la Guyana del Sud, il territorio del Pantanal, la regione della foresta Maya, la zona dell’Orinoco e il sud ovest della foresta amazzonica.
Più benefici per tutti
Oltre all’aumento del numero di Panthera onca in natura, il progetto punta alla diffusione di buone pratiche per una convivenza pacifica tra uomini e felini. Gli obiettivi del piano, se raggiunti entro la fine del decennio, non porteranno benefici solo alla famiglia del re della foresta pluviale, ma all’intero ecosistema dell’Amazzonia.
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