Un uccellino che ha dimenticato il suo canto e si sta per estinguere. Ecco chi è e perchè rischia di non farcela.

21 Novembre 2024 di Letizia

Secondo gli scienziati un raro uccello canterino è talmente minacciato dall’estinzione che ha iniziato a perdere il suo canto. Il succiamiele del reggente, un tempo prolifico nell’Australia sud-orientale, è ora considerato in pericolo critico di estinzione: ne restano solo 300 esemplari.

“Non hanno la possibilità di riuscire a coesistere insieme ad altri mangiatori di miele e di imparare un nuovo canto”, ha spiegato il dottor Ross Crates che ha studiato il problema e ha pubblicato sulla rivista Proceedings B della Royal Society del Regno Unito quanto ha scoperto. Il dott. Crates, membro del Difficult Bird Research Group presso l’Australian National University di Canberra, sta ora cercando di preservare il canto di questi uccelli insegnando ai succiamiele in cattività i canti della loro specie.

Inizialmente i ricercatori di questo progetto non si erano prefissati di studiare il canto del succiamiele del reggente, ma semplicemente di trovare questi uccelli e comprendere le motivazioni che stavano conducendo questi uccellini a estinguersi. “Sono talmente rari e l’area che potrebbero occupare è così grande, probabilmente 10 volte la superficie del Regno Unito, che stavamo cercando un ago in un pagliaio”, ha affermato il dott. Crates.

Durante questa minuziosa ricerca, cominciò a notare degli uccelli che “cantavano strane canzoni”. Ha ricordato: “Non emettevano alcun suono simile a quello di un succiamiele del reggente, ma sembravano quelli di una specie diversa“.

Il succiamiele del reggente: storia e caratteristiche

Gli uccelli imparano il loro canto nello stesso modo in cui gli esseri umani imparano a parlare, per emulazione degli adulti, e quello che i ricercatori hanno notato, osservando questa specie, è che il loro cinguettio è cambiato. Gli uccelli, tuttavia, usano il canto per stabilire il territorio di residenza e trovare una compagna. Scordarsi come si comunica è un problema molto grave all’interno di un ecosistema.

“Quando i giovani uccelli lasciano il nido e vanno nel vasto mondo hanno bisogno di confrontarsi con altri maschi più anziani, così da poterli ascoltare, cantare e ripetere quella canzone nel tempo”, ha affermato il dott. Crates. Il succiamiele del reggente (Anthochaera phrygia) era un tempo un uccello molto comune lungo i pendii della Grande Catena Divisoria, una delle più importanti catene montuose al mondo e la più grande di tutta l’Australia. 

Nel secolo scorso, la popolazione ha però subito un calo drammatico legato soprattutto alla perdita di habitat. Il 75% del suo ambiente è stato infatti rimpiazzato da campi coltivati e aree residenziali o industriali. Per di più, il declino della popolazione è stato recentemente accelerato dai sempre più frequenti e lunghi periodi di siccità che stanno attraversando l’Australia negli ultimi anni. Nel 1992 erano riamasti circa 1.500 succiamiele, mentre oggi se ne contano addirittura meno di 300 individui in tutto, dato che il 90% del loro ecosistema è irrimediabilmente compromesso.

La conseguenza della riduzione della popolazione e la scarsa distribuzione ha generato dei problemi gravi. Infatti i giovani maschi non riescono semplicemente a trovare altri maschi adulti e a sentire i loro canti. “In questo modo finiscono per imparare i canti di altre specie”, ha spiegato il dottor Crates.

La ricerca ha rivelato che il canto naturale del succiamiele del reggente è sostanzialmente “scomparso”. Il risultato di questa debacle è che il succiamiele maschio canta una canzone tronca, con parti di altre specie, e non è in grado di attrarre le femmine per l’accoppiamento.

La dottoressa Sue Anne Zollinger, esperta di comunicazione animale della Manchester Metropolitan University nel Regno Unito, ha affermato che la ricerca ha dimostrato come gli uccelli canterini abbiano bisogno di ascoltare e imparare dagli altri, “allo stesso modo in cui i bambini hanno bisogno di una ricca esperienza linguistica quando sono piccoli per poter parlare fluentemente da adulti”. 

“Questo studio dimostra quanto il declino della popolazione e la frammentazione dell’habitat possano essere dannosi per questo processo fondamentale nella vita degli uccelli”, ha commentato.

Insegnare agli uccelli a cantare

In un’ottica di speranza per la salvaguardia dell’ambiente, gli scienziati stanno utilizzando delle registrazioni per insegnare ai succiamiele in cattività il loro canto. I ricercatori pensano che insegnare agli uccelli allevati in cattività a cantare potrebbe implementare gli sforzi di conservazione della specie. Il compito degli esemplari in cattività sarebbe poi quello di insegnare a quelli in libertà il loro unico e particolare canto al fine di proliferare.

Esiste già un progetto per liberare in natura, nei prossimi anni, i succiamiele allevati in cattività, per incrementarne la popolazione. “Ma se quegli uccelli maschi cantano una strana canzone, le femmine potrebbero non accoppiarsi con loro”, ha spiegato il dott. Crates. “Quindi dobbiamo sperare che se sentano dalle registrazioni cosa dovrebbero cantare, imparino il canto autonomamente”.

Lo scienziato ha aggiunto che, nel tentativo di conservare le specie, dobbiamo comprendere quanto siano fondamentali anche i più piccoli dettagli di una specie in un ecosistema. Sono dei veri e propri “tratti culturali”, come il canto degli uccelli e altri comportamenti naturali, che sono essenziali affinché gli animali sopravvivano e prosperino in natura. Se noi uomini non interveniamo subito, condanneremo alcune specie all’estinzione.

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