Scopriamo la storia del primo cane addomesticato dall'essere umano. una storia interessante che più proprietari di cani dovrebbero conoscere

16 Gennaio 2020 di Vanessa Amati

Le notizie sul primo cane addomesticato dall’uomo sono ancora incerte. Nonostante gli scienziati lavorino su questo argomento da anni non vi è ancora un punto d’incontro tra le varie teorie sull’evento, sul luogo e sul perché l’Homo Sapiens abbia instaurato un rapporto stabile con quello che poi è diventato il nostro miglior amico. Una cosa, però è certa: sono ormai decine di migliaia di anni che il cane e l’uomo percorrono assieme il sentiero della vita.

E il primo cane addomesticato, fu…

Il legame tra cane e umani è sempre più inossidabile: Solo in Italia sono più di 7 milioni i cani che vivono al fianco di un essere umano. Tuttavia, se poniamo una domanda sul primo cane addomesticato dall’uomo, solo una minima parte dei proprietari sarà in grado di rispondere, mentre la maggior parte saprà dirci quando si sono estinti i dinosauri sulla Terra. Ma non c’è da stupirci perché se sull’evoluzione dei rettili abbiamo un mare di informazioni e delle date precise, per quello che riguarda il primo cane addomesticato siamo ancora a livello di ipotesi e solo ora con lo studio della genetica iniziamo a fare luce sul processo che ha visto il cane diventare il migliore amico dell’uomo.
Uno dei punti su cui non c’è ancora accordo è quello sul progenitore del Canis Lupus Familiaris: il lupo selvatico o una razza di canide dalle sembianze e caratteristiche diverse da quello del primo? Una prima teoria afferma che circa 30.000 anni fa nella parte orientale dell’Eurasia dei lupi selvatici potessero aver preso l’abitudine di aggirarsi attorno agli insediamenti umani per nutrirsi degli scarti di questi ultimi, come ossa e carni. Quest’abitudine potrebbe aver fatto sì che nel corso di moltissimi anni, gli esemplari meno aggressivi si siano avvicinati maggiormente agli umani e che tra le due specie sia iniziata una convivenza che ha poi portato alla domesticazione circa 15.000 anni fa. Una seconda teoria sostiene invece che il primo cane addomesticato abbia avuto origine nell’Europa occidentale e non da un lupo ma da dei canidi paleolitici europei, assai diversi da quelli attuali e che ora sono del tutto estinti. Una delle ricerche più recenti , come si può leggere sulla rivista Science del 2 Agosto 2016, sostiene che la domesticazione del primo cane sia avvenuta più o meno contemporaneamente alle due estremità del continente euroasiatico. Negli anni a seguire, vi fu un’intensa migrazione di cani addomesticati e dei loro compagni umani dall’Est verso Ovest e sembra che i cani di origini occidentali siano stato soppiantati completamente da quelli orientali.

Dalle caverne all’estremo viaggio

Anche il periodo a cui si può far risalire il primo cane addomesticato è ancora oggetto di ricerca. L’arco temporale ritenuto più attendibile dalla maggior parte degli scienziati va da circa 13mila a 10mila anni fa, prima della nascita dell’agricoltura, anche se ritrovamenti recenti stanno postdatando la domesticazione del cane. Nella grotta di Razboinichya, sui monti Altai della Siberia meridionale è stato trovato un cranio, con caratteristiche più vicine a un cane domestico che a un esemplare selvatico, che risale a circa 33mila anni fa. Nella Repubblica Ceca, precisamente nella località di Předmostí, un altro reperto è stato datato a 31.500 anni fa. I resti, poi, di un cane rinvenuti nella caverna di Goyet, in Belgio, risalirebbero addirittura a 36mila anni fa. Anche se c’è ancora molto da indagare su questi siti, è appurato che in quel periodo iniziava a crearsi un rapporto tra questi protocani, con un muso meno robusto e denti più corti dei canidi selvatici, e gli Homo sapiens che abitavano quei territori. Una delle ricerche più recenti che provano questa ipotesi è stata condotta dal biologo Olaf Thalmann, dell’Università di Turku, in Finlandia: gli scienziati hanno analizzato il DNA estraendolo dai resti fossili di 18 canidi preistorici, trovati in associazione alla presenza di uomini, provenienti dall’Eurasia e dal Nuovo Mondo. Hanno poi confrontato il DNA con quello di vari cani e lupi di oggi provenienti da diverse parti del mondo per individuarne i rapporti genetici. È emerso che le sequenze genetiche degli esemplari di cani moderni sono collegate molto più strettamente a quelle degli antichi canidi europei, tra cui i lupi, che non alle sequenze di DNA ottenute da lupi al di fuori dell’Europa.

Il processo che vide l’evoluzione, comportamentale e morfologica, da animale selvatico a primo cane addomesticato fu lungo e non sappiamo se in tutti i territori abitati avvenne con le stesse modalità e gli stessi tempi. Ma come accadde che canidi selvatici e Homo sapiens iniziarono a interagire tra loro? Perché esseri viventi così diversi avrebbero dovuto “associarsi” invece di competere per le risorse? In realtà i punti di contatto tra i progenitori dei cani e noi non erano affatto pochi: soprattutto la struttura sociale simile e un sistema di comunicazione sofisticato, hanno costituito le fondamenta per creare i primi abbozzi di relazione che probabilmente era vantaggiosa per entrambe le specie. Anche su chi fece il primo passo si può speculare. C’è chi ritiene che fu l’uomo ad aver avuto il ruolo più attivo adottando cuccioli smarriti o abbandonati per poi selezionare gli individui più mansueti dando il via alla domesticazione e c’è chi pensa invece che furono gli esemplari dei progenitori dei cani, quelli però con caratteri più docili e più propensi a ridurre le distanze con gli uomini, ad avvicinarsi agli accampamenti abitati da cacciatori raccoglitori, cioè popolazioni umane non ancora dedite all’agricoltura che si sostentavano cacciando e raccogliendo. È comunque solo con il Neolitico, cioè quel periodo della Preistoria in cui comparvero innovazioni come l’agricoltura e l’allevamento, che il legame tra uomo e cane divenne davvero duraturo e stabile, perfino nella morte. È infatti una sepoltura la prima e più forte testimonianza di vita condivisa e si trova nell’odierno Israele: nel sito di Bin Mallaha, che risale alla cultura natufiana, una delle prime ad aver avuto degli insediamenti stabili. È stata rinvenuta una tomba nella quale riposano lo scheletro di una persona anziana e di un cucciolo di cane e datata a 12mila anni fa. La mano umana è stata trovata dagli archeologi poggiata sull’animale e anche se può essere stata spostata nel corso dei millenni dai movimenti del terreno, la presenza simultanea dei due corpi documenta che doveva esserci un rapporto di affetto.

La nascita delle razze

La diversificazione e definizione delle razze ha origini umane abbastanza recenti ed è stata messa in atto per esaltare o eliminare determinate caratteristiche dell’animale addomesticato. Ma che aspetto aveva il primo cane addomesticato? Difficile dirlo ma stando a ciò che si può capire dai resti archeologici non erano molto grossi e, probabilmente, assomigliavano ad alcuni meticci odierni (cioè ai cani non selezionati artificialmente dall’uomo), con una corporatura snella e di colore giallo-bruno. Tra le razze più antiche oggi spicca il basenji, originario dell’Africa centrale, immortalato dagli Egizi tra i 5000 e i 3000 anni fa, da cui deriva anche il nome di cane di Cheope. Non si sa di preciso a che epoca risalgano questi cani ma hanno delle caratteristiche primitive associabili a quelle del lupo: non abbaiano e le femmine vanno in estro una sola volta all’anno. Insomma, da un lupesco canide del Paleolitico che si aggirava nelle foreste dell’Europa rubacchiando le ossa lasciate dai cacciatori raccoglitori, alle nostre moderne bestiole domestiche spaparanzate sul divano di casa, il passo è stato lungo.vE c’è ancora tanto da scoprire.

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