In Italia ci sono decine di migliaia di cani rinchiusi in strutture. Adottare un cane in canile è cosa che ogni cinofilo vero dovrebbe fare

15 Gennaio 2020 di Redazione

Adottare un cane in canile: una scelta responsabile

In Italia ci sono decine di migliaia di cani rinchiusi in rifugi e canili. Adottare un cane in canile è cosa che ogni cinofilo vero dovrebbe fare, perché il debito che abbiamo verso i cani è immenso e questo è un modo per ripagarlo, almeno in parte. Purtroppo però non sono rari i casi di cani adottati che vengono riportati al canile dopo qualche giorno.

È un vero dramma per queste povere creature, persino peggio del primo abbandono perché non c’è nulla di più terribile che illudersi di avere una seconda occasione per essere felici, annusare il profumo dell’amore di una famiglia e poi… ritrovarsi di nuovo all’inferno. Le adozioni sono una cosa molto seria e bisogna usare anche il cervello, non soltanto il cuore. Lo dobbiamo ai cani.

Adottare un cane in canile: le domande fondamentali

Entrare in un canile per adottare un cane è un momento di grande intensità emotiva, perché si tratta di scegliere a chi toccherà la grande fortuna di riavere una famiglia e una casa. Decine di occhi pieni di speranza mille volte delusa ma ancora ardente ci guardano, altri ormai non guardano più, rassegnati al destino crudele che li ha sopraffatti. Alcuni abbaiano, altri allungano il muso in cerca di una coccola… e tutti ci commuovono. Ma dobbiamo sceglierne uno. È il momento di spegnere almeno in parte il cuore e rivolgersi alla ragione, rispondendo a qualche domanda fondamentale:

  • Abbiamo esperienza cinofila?
  • Quanto tempo potremo dedicargli?
  • Abbiamo già uno o più cani o anche gatti?
  • Abbiamo bambini piccoli?

Rispondere a queste domande ci permette una scelta sensata e con molte meno incognite.

Se non abbiamo esperienza cinofila, meglio optare per cani da ferma, come Setter e simili, oppure Segugi e anche Retriever, tipologie in genere dotate di elevata docilità e scarsa tendenza all’aggressività verso gli altri cani e verso gli esseri umani.

Poi, ovviamente, ci sono i tantissimi meticci… e qui il discorso cambia perché, salvo soggetti con caratteristiche morfologiche che rimandano a razze o tipologie note, spesso il loro aspetto non aiuta per cercare di indovinarne almeno in parte indole e predisposizioni. I volontari di un canile ben gestito ci sapranno consigliare ma, in generale, un neofita dovrebbe evitare i cani da presa e di tipo bull (per esempio, Dogo Argentino, Cane Corso, Amstaff, Pitbull eccetera), oltre ai grandi guardiani del gregge come Maremmano Abruzzese o Caucaso.

Quanto tempo dobbiamo dedicare al cane?

Prendere un cane implica obbligatoriamente avere tempo da dedicargli. Il minimo indispensabile sono quattro ore al giorno, e ribadiamo che è davvero il minimo per garantirgli una vita decente. I cani hanno un estremo bisogno di fare movimento o di giocare. Il tempo da dedicare al cane dovrà essere suddiviso tra attività dinamiche (passeggiate, giochi con noi e con altri cani) e mentali (lavoro olfattivo in particolare), nel corso della giornata, in genere mattina e sera durante i giorni lavorativi.

Weekend e vacanze, ovviamente, saranno occasione per passare ancora più tempo insieme. Chi non prevede di riorganizzare in questo modo la propria vita è meglio che eviti di prendere un cane, perché sarebbe infelice e sottostimolato, diventando facilmente problematico e rischiando così di essere nuovamente abbandonato.

Cani e bambini: accoppiata vincente

Cani e bambini possono essere un’accoppiata fenomenale da ogni punto di vista, se usiamo il cervello. Per esempio, non sono rari i cani che non sono stati socializzati verso i bambini oppure che li temono per altre ragioni, come esperienze negative vissute in precedenza. È essenziale saperlo prima di portarli a casa. Come? Portando il bambino con noi in canile per verificare la reazione del cane.

Evitiamo i soggetti con una scarsa inibizione del morso dovuta a carenze specifiche o a esperienze di vita. Purtroppo, i cani che mordono con facilità e con scarso controllo finiscono quasi sempre per farlo sui bambini di casa, perché questi ultimi sono i meno accorti e i più “provocatori”, nel loro modo infantile di approcciare il cane. Prevenire il problema è la cosa più saggia e i volontari del canile ci saranno d’aiuto anche in questo caso.

Infine, se abbiamo già altri cani o gatti, valutiamo bene la cosa e scegliamo il cane più adatto per evitare di rendere la vita difficile a questi nostri amici. Per esempio, se abbiamo un cane anziano e tranquillo, portargli a casa un cucciolo scatenato che ha tanto bisogno di giocare potrebbe essere una pessima scelta.

E ora che abbiamo esaminato i criteri fondamentali per evitare che un cane adottato viva il terribile trauma di essere nuovamente rifiutato… perché non cominciamo a pensare di salvare un amico dalla gabbia?

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