Osso sì o no? Ecco perché dovremmo rinunciare a regalare un osso al nostro cane: potrebbe essere dannoso per la sua salute...

12 Ottobre 2018 di Redazione

Osso sì o no? Ecco perché dovremmo rinunciare a regalare un osso al nostro cane: potrebbe essere dannoso per la sua salute

Sebbene il cane sia classificato nel gruppo zoologico dei Carnivori, in realtà tutti noi sappiamo benissimo che oggi, nelle attuali condizioni di vita, non è più così. I parenti del cane, è vero, si cibano in natura delle prede che loro stessi catturano e le consumano intere, ingerendo quindi anche la pelle, le interiora e lo scheletro. Offrire ai nostri amici a quattro zampe gli ossi, tuttavia, all’atto pratico può comportare diversi rischi che sarebbe bene evitare di correre. Fa davvero loro così male mangiarli?

L’osso può causare stitichezza: cosa fare se il cane ha difficoltà a liberarsi?

Mangiare gli ossi in primo luogo può causare stitichezza. La dieta dei cani, infatti, in genere è già non particolarmente ricca di fibre e un carico supplementare di parti scheletriche animali può determinare un rallentamento delle contrazioni intestinali, rendendo l’intestino “pigro”. Poi, bisogna riflettere sul fatto che il già citato contenuto di sali minerali degli ossi favorisce un ulteriore compattamento delle feci, dal quale può facilmente derivare la stitichezza che può portare alla formazione del cosiddetto “fecaloma”, un ammasso di feci particolarmente duro e voluminoso e come tale difficile o impossibile da espellere per vie naturali. In questo caso, i cani presentano il classico “tenesmo rettale”: assumono, cioè, una postura defecatoria, ma i loro sforzi, talora continui fino al limite dell’ossessività, risultano infruttuosi. Nelle situazioni più gravi i nostri amici con la coda possono anche presentare episodi di vomito, bere intensamente, avere mal di pancia e risultare inappetenti e depressi. Per avere una conferma della reale portata del problema è opportuno uno studio radiografico dell’addome, grazie al quale si possono facilmente individuare gli ammassi fecali presenti nell’intestino e valutarne le effettive dimensioni.

Possiamo provare a somministrare fluidi per via parenterale (iniezioni e flebo) o dare per via orale paraffina liquida (più comunemente nota come olio di vaselina) o lassativi, meglio se associandoli a enteroclismi più o meno profondi e abbondanti. Se ciò non risolve il problema, potrebbe anche rendersi necessaria l’esecuzione di un intervento chirurgico (enterotomia), che consiste nell’incisione dell’intestino e nella rimozione manuale dei fecalomi. Tutto per un osso!

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