Quando la Russia ha invaso l’Ucraina, centinaia di migliaia di persone sono fuggite dai bombardamenti. C’è chi ha raccolto i vestiti in una valigia, chi ha preferito abbandonare subito il Paese e chi è scappato con il proprio animale domestico. A testimoniarlo sono foto e video pubblicati sui social da associazioni animaliste, cittadini e giornalisti.
Un gesto d’amore
Il gesto dei cittadini ucraini verso i propri amici a quattro, a due o senza zampe ha commosso il mondo. Già, perché queste persone, vittime di un’esperienza durissima, hanno scelto di strappare a un triste destino cani, gatti, uccelli, pesci e rettili. Ed ecco allora un giovane uomo con zaino in spalla e in mano due trasportini con dentro i gatti. Le donne che tengono in braccio i cuccioli. Un ragazzo con i pesci in un piccolo acquario. Gli agenti della polizia locale intervenuti per salvare due pappagalli. Se la guerra significa morte e distruzione, l’invasione dell’Ucraina ha dimostrato cosa significa volere e volersi bene.
Confini aperti anche per i pet
Chi ha un animale domestico sa che lo spostamento da uno Stato all’altro richiede il passaporto sanitario del pet. Fino a pochi giorni fa, gli ucraini in fuga non potevano entrare in un altro Paese senza i documenti necessari all’identificazione dei loro amici a quattro, a due o senza zampe. Proprio per questo una mobilitazione internazionale di animalisti, europarlamentari e politici ha consentito a tutti i rifugiati provenienti dall’Ucraina di attraversare i confini in compagnia dei cuccioli. Tra i Paesi che hanno concesso una deroga al Regolamento Europeo 576/2013, c’è anche l’Italia dopo la richiesta delle più importanti associazioni animaliste.
Come ha dichiarato Massimo Comparotto, presidente dell’Organizzazione internazionale protezione animali (OIPA):
«Ringraziamo il ministro Roberto Speranza per aver adottato questa misura tanto attesa da chi, come la nostra associazione, è pronta ad accogliere in Italia gli animali costretti a fuggire dall’Ucraina assieme alla propria famiglia. Le leghe-membro di OIPA International, con le quali siamo in costante contatto, ci descrivono una situazione tragica anche per i rifugi nelle città sotto attacco. Come OIPA continuiamo la nostra raccolta di aiuti anche per gli animali senza famiglia».
Ed è proprio per questo che ora l’obiettivo è sostenere i volontari di canili, gattili e zoo dell’Ucraina. Già lo scorso 28 febbraio, la Lega Anti Vivisezione (LAV) aveva inviato un primo contributo ad “Animal Shelter Sirius”, il più grande santuario del Paese, in cui sono ospitati 3.165 cani. A 45 minuti da Kiev c’è anche il “Rifugio Italia Kj2“, fondato dall’italiano Andrea Cisternino, il quale ha scelto di non abbandonare la sua famiglia di quattro zampe.
Come ha raccontato lo stesso Andrea Cisternino a “La Vita in Diretta” (Rai 1):
«Ho 400 animali salvati da maltrattamenti e allevamenti. Ho deciso di restare, di non abbandonarli, anche perché questo rifugio è costato molta fatica. Non me ne vado».
A resistere è, infine, Serhii Oliinyk, il proprietario del “Cat Cafè” di Leopoli, a sei ore da Kiev, in cui si può fare colazione circondati da ben 20 gatti. L’imprenditore, che ha scelto di non abbandonare l’Ucraina, sta continuando a sfornare brioche e cornetti per i suoi clienti amanti degli animali.
Come ha raccontato lo stesso Serhii Oliinyk a The Dodo:
«Ci sono tre grandi stanze nel nostro bar, due delle quali si trovano nel seminterrato, quindi, in caso di avviso di incursione aerea, c'è un rifugio sicuro sia per i nostri clienti sia per i nostri gatti».