Se un cane ha paura del temporale può diventare pericoloso per sè stesso e per gli altri. Ecco come comportarsi per cambiare la situazione!

12 Ottobre 2018 di Giorgio Fattori

Molti cani sono terrorizzati dal temporale, alcuni hanno reazioni incontrollate, altri violente: ecco come comportarsi

Se il nostro cane ha paura del temporale, vediamo quali possono essere i motivi e cosa fare. Sono stati fatti diversi studi sulla paura del temporale nei cani, perché questo è l’animale in cui è più facile e frequente osservarla. Anche i gatti possono avere paura dei temporali, ma quando accade, le loro reazioni sono assai meno appariscenti, limitandosi per lo più alla ricerca di un posto riparato in cui nascondersi fino alla fine dell’evento atmosferico. Anche i bovini reagiscono emotivamente ai tuoni e ai lampi, ma spesso tengono a bada le proprie paure grazie al fatto di potersi radunare in branco: lo stare assieme a propri simili aiuta infatti a tenere più sotto controllo le proprie ansie e questo vale anche per i cani, come vedremo.

Quali sono le cause della paura del temporale?

Un cane è portato a cercare un riparo quando si presenta una situazione potenzialmente pericolosa, come quella di un temporale all’aperto. È del tutto normale che ciò metta in allerta il nostro cane che, soprattutto se si trova all’aperto in un giardino, per prima cosa cercherà un angolo in cui rintanarsi, anche prima che inizino a scoccare i tuoni. Lo stato di ansia di un cane quando è in arrivo un temporale non è un atteggiamento negativo dettato da un’incontrollata paura, ma un meccanismo di autodifesa. Sembra infatti che i cani, come gli altri animali, siano in grado di percepire i mutamenti della pressione atmosferica che si abbassa rapidamente all’avvicinarsi di un temporale, come pure le modificazioni dell’elettromagnetismo conseguenti alle scariche elettriche rilasciate dai fulmini sul terreno, come segnali di un pericolo da cui mettersi al riparo. Per quello che riguarda la paura del temporale, ma anche dei fuochi d’artificio o degli spari, ci sono altre cause, spesso indotte dagli esseri umani e dallo scorretto atteggiamento che questi assumono nei confronti dei propri amici a quattrozampe. È del tutto naturale che rumori improvvisi e inaspettati, come un botto, spaventino un essere vivente, animale o uomo che sia, solo che quest’ultimo è in grado solitamente di tranquillizzarsi appena si rende conto dell’assenza di pericolo. Un cane, al contrario non riesce autonomamente a calmarsi, soprattutto quando non può identificare e analizzare le cause del rumore intenso che lo ha spaventato. Se i rumori continuano, come in caso di temporale o di uno spettacolo pirotecnico, l’ansia del nostro amico peloso viene incrementata e può portare a vere e proprie crisi di panico, se non trova nel proprio padrone/capobranco la rassicurazione necessaria.

Come si manifesta la paura del temporale

I sintomi della paura del temporale sono diversi a seconda del carattere dell’animale e possono assumere l’aspetto di una vera e propria fobia nei casi estremi. Dalla semplice agitazione, con aumento della frequenza respiratoria e della mobilità, intesa come il cercare intensamente un punto sicuro, per poi abbandonarlo subito e cercarne un altro, possiamo arrivare a un vero stato di emotività esagerata, in cui il nostro amico ci salta addosso oppure ci si mette tra le gambe in cerca di conforto e sicurezza. Quando il cane è da solo e non trova nel padrone/capobranco una rassicurazione, spesso subentra il panico, che lo porta a reazioni incontrollate come la fuga dal luogo in cui si trova, scavalcando o superando le recinzioni in altro modo, con il rischio di perdersi o di venire investito da un’auto. Se il cane è in casa da solo, seppur non possa scappare, può provocare danni anche ingenti quando non riesce a controllare le proprie emozioni, distruggendo le suppellettili oppure tappeti o coperte, nel tentativo di crearsi un riparo. In casi estremi il cane può perdere il controllo degli sfinteri, presentare convulsioni, bava alla bocca e pupille dilatate, arrivando anche a una crisi epilettica vera e propria.

Come contenere la paura del temporale

Sebbene non sia facile, è importante riuscire a far superare al nostro cane la paura del temporale, come quella dei botti e di qualsiasi rumore violento e improvviso. Controllare, non passare, perché in fondo si tratta di una reazione istintiva, che sarebbe innaturale cercare di eradicare del tutto. Fondamentale è il rafforzamento del rapporto cane/umano: dobbiamo fare in modo che il nostro amico quattrozampe senta che possiamo proteggerlo, almeno fino a quando sarà riuscito ad associare la mancanza di pericolo a certi suoni come i tuoni o i fuochi d’artificio. Per arrivare a questo punto, durante un temporale può essere d’aiuto predisporre una zona dove il cane si senta sicuro, per esempio sotto il tavolo della cucina, il trasportino, se è abituato a starci, o un angolo di una stanza che presenti luce attenuata, mettervi la cuccia oppure una coperta che usa normalmente e sedersi con lui. Dobbiamo evitare assolutamente di rivolgerci al cane con toni ansiosi o aspri, ma allo stesso tempo anche di esagerare con le coccole. Il nostro scopo è quello di far percepire al cane che non abbiamo paura e che i tremendi suoni e le vibrazioni che arrivano all’improvviso non sono un pericolo, ma una cosa normale. Stiamogli vicino, parliamo normalmente con lui e accarezziamolo sul collo e sulle zampe anteriori. Proviamo a mangiare qualcosa e, se il cane mostra interesse, diamogli un biscotto o qualche croccantino: ciò rafforzerà la sensazione che non stia accadendo nulla di grave. Se non possiamo essere presenti spesso, dovremo simulare la situazione drammatica e il nostro supporto, utilizzando delle registrazioni di tuoni, botti o spari, che ascolteremo in compagnia del nostro amico peloso, mostrando la stessa calma e tranquillità descritta sopra. Un valido accorgimento può essere quello di ripetere più volte questa procedura alzando gradualmente il volume. Quando il cane dimostrerà maggior controllo, proviamo a fargli ascoltare la registrazione dopo esserci allontanati, in modo che si abitui ad affrontare il “pericolo” autonomamente.

È un procedimento lungo e richiederà molta pazienza, ma non scoraggiamoci e perseveriamo.

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