Nel 1974 David Bowie pubblicò il suo ottavo album, DIAMOND DOGS. Fu il primo lavoro del Duca Bianco senza la sua band di supporto, gli Spiders from Mars, che lo aveva accompagnato dai tempi di THE RISE AND FALL OF ZIGGY STARDUST AND THE SPIDERS FROM MARS. Eppure, come notano alcuni, Ziggy Stardust è ancora presente in DIAMOND DOGS, soprattutto per le atmosfere glam/trash che lo animano e per il taglio di capelli del cantante in copertina.
Così, per questo suo innovativo progetto Bowie genera un concept album ricco di riferimenti letterari. Al romanzo Ragazzi selvaggi di William S. Burroughs, che narra di un gruppo di ragazzi che seminano terrore e caos, ma anche al celebre 1984 di George Orwell, una distopia in cui il mondo è controllato dal “grande fratello”, Big Brother. Non è un caso che in realtà il progetto originale (poi abbandonato) da cui ha avuto origine DIAMOND DOGS fosse quello di un musical ispirato al romanzo orwelliano. E Big Brother è proprio il titolo di uno dei brani contenuti nel disco.
Nel suo concept album il Duca Bianco prende ispirazione da queste due opere letterarie per spingersi ancora oltre e costruire la sua personale distopia “canina”. Bowie immagina un mondo devastato, quasi post-apocalittico, controllato da un Grande Fratello. In questo universo una banda di Diamond Dogs semina terrore e devastazione. Si tratta di una realtà parallela, dominata dagli animali, che non può non farci pensare anche alla Fattoria degli animali, sempre di Orwell, ma in cui i maiali astuti e calcolatori sono stati sostituiti da cani selvaggi.
Crawling down the alley on your hands and knee
I’m sure you’re not protected, for it’s plain to see
The diamond dogs are poachers and they hide behind trees
Hunt you to the ground they will, mannequins with kill appealStrisciando in un vicolo su mani e ginocchia
Sono sicuro che non sei protetto, perché è evidente
I cani diamante sono bracconieri e si nascondono dietro gli alberi
Ti cacceranno, manichini con l’istinto di uccidere
Ma come sono fatti questi Diamond Dogs? Ognuno di noi può immaginarli come vuole ma, sicuramente, pochi riusciranno a dissociarli all’immagine che Bowie sceglie come copertina. Si tratta di un dipinto di Guy Peellaert che ritrae una figura ibrida, con il volto e il busto del Duca Bianco e il corpo e le zampe di un cane. Tuttavia, la versione originale completa mostrava chiaramente, sul retro della copertina, i genitali della creatura e per questo… venne censurata.