Piccolo Levriero Italiano
Un cane incredibilmente affascinante elegante e con uno sguardo dolcissimo, il Piccolo Levriero Italiano è un amico con due volti complementari. È un raffinato cane da compagnia, ritratto nel corso dei secoli in braccio a dame e nobildonne, e un formidabile amante dello sport che, davanti alla possibilità di inseguire una preda, si trasforma in un razzo velocissimo.
Nonostante abbia un corpo minuto, il Piccolo Levriero Italiano (abbreviato in PLI), è una vera forza della natura. Possiede un grande cuore che dona amore smisurato a chi lo ricambia. Per questo è considerato uno dei migliori partner per chiunque, tranne per coloro che pensano che il posto del cane sia in giardino.
Il PLI ha bisogno di una costante presenza della famiglia per essere sereno. E se è vero che la sua struttura è apparentemente delicata, è altrettanto vero che, se stimolato nel suo istinto da cacciatore, sa trasformarsi in un guerriero meraviglioso che regala grandi emozioni.
Ecco perché è un dovere offrirgli occasioni per correre, mantenere in forma la sua muscolatura e conservare le storiche doti di eccellente cacciatore. Un buon modo per aiutarlo a rimanere in forma è il Coursing, sport incruento ed entusiasmante basato sulla caccia a una finta preda su terreno aperto.
Nell’Ottocento questo piccolo cane era considerato un “cane da grembo”, una sorta di vezzoso ornamento vivente per le nobildonne ritratte con questo dolce esemplare tra le braccia. Un errore molto grossolano, dato che fu dimenticata la natura di cacciatore di lepri e conigli di questo fantastico cane. Non a caso, un affresco del Cinquecento visibile nel castello di Morenberg a Sarnonico (Trento), ritrae i Piccoli Levrieri a caccia di conigli.
Il nuovo “ruolo” di “cane da grembo” spinse la razza verso un declino triste, con soggetti sempre più deboli, gracili e con teste dagli occhi globosi e sporgenti. Per fortuna, in seguito, fu riportato al suo antico splendore e oggi il Piccolo Levriero Italiano ha riacquistato le doti atletiche che gli appartengono e che vanno conservate.
I Piccoli Levrieri presentano poco grasso corporeo e non dispongono di un manto idoneo per vivere all’aperto. Anche con un adeguato riparo, un PLI soffrirebbe terribilmente ad essere confinato fuori. Si tratta di cani molto legati alla famiglia e potrebbero essere soggetti a forte stress e malinconia se lasciati da soli. Il PLI è un cane che, per essere veramente felice, deve vivere a stretto contatto con noi.
Con un cane così energico, la casa deve essere messa assolutamente in sicurezza! Un cucciolo PLI crede di essere immortale e salta tranquillamente da altezze pericolosissime. D’altronde è un cane da caccia indomito ed è abile a salire su tavoli o davanzali… e da lì a lanciarsi giù, quando viene “colti in flagrante” (facendosi del male). Questo tipo di incidente domestico è comune quando le nuove famiglie non tengono conto del suo carattere temerario.
Il Levriero Inglese
Il Levriero Inglese è noto in tutto il mondo per le sue straordinarie doti da corridore. Riesce ad andare oltre i 70 km/h senza nessuna difficoltà. Tuttavia dovrebbe esser menzionato anche per la sua incredibile dolcezza. È molto affettuoso con l’intera famiglia e si lega moltissimo al suo amico umano di riferimento. Ha un carattere schivo, raramente conflittuale, ed è molto paziente. Verso gli estranei, invece, non sempre dimostra disponibilità immediata: è un cane timido che in genere ha bisogno di tempo per aprirsi con piena fiducia.
Nato per la caccia, il Greyhound è un abile atleta, ma ciò non significa che dobbiamo farlo correre ogni giorno. Sono più che sufficienti lunghe passeggiate. Le corse, per i soggetti giovani, possono essere limitate ad un paio a settimana in aree adatte per lo sport, con terreno pianeggiante e assenza di ostacoli. L’esemplare adulto si adatta perfettamente alla vita domestica fatta di divano, poltrona e tappeto in nostra compagnia. Alcune curiosità che riguardano il Greyhound: non ha odore, perde poco pelo e, in genere, abbaia di rado.
Le prime tracce di questo levriero nella letteratura inglese risalgono al 1350, nell’opera più famosa di Geoffrey Chaucer, I racconti di Canterbury. Il suo nome in inglese significa semplicemente “cane grigio” ma in realtà potrebbe derivare da greek hound, cioè “cane greco”, perché sembra che siano stati gli antichi greci ad interessarsi per primi alle corse dei cani a scopo di scommesse.
Destino crudele, quello di vivere rinchiusi nei cinodromi, che ha martoriato questa razza. Purtroppo molte popolazioni ancora oggi li sfruttano per le scommesse. Facendo una veloce ricerca su internet possiamo trovare esemplari salvati dal mondo delle corse clandestine in attesa di essere adottati, pronti a donarci il loro amore.