Per la Rubrica: La storia della settimana, scrive alla redazione una nostra cara lettrice: Simona. Ci racconta come ha incontrato la sua cagnolina, Trilly.

2 Febbraio 2019 di Redazione

Simona e Trilly: l’incontro a ferragosto

Per la Rubrica: La storia della settimana, scrive alla redazione una nostra cara lettrice: Simona. Ci racconta come ha incontrato la sua cagnolina, Trilly, un giorno di qualche anno fa, in un piccolo paese alle porte di Milano, quando era ancora una tenera cucciolotta…

Una calda giornata di agosto, un batuffolo di pelo abbandonato in mezzo alla strada

Simona racconta: «Ero in giardino, arrampicata su una scala in equilibrio precario per potare una pianta. Era agosto, il giorno 13 per la precisione. Era pomeriggio, faceva caldo e non si sentivano rumori perché quasi tutti erano partiti per le vacanze. A un certo punto sento una voce che mi chiama. Mi volto e quasi casco dalla scala: era un vicino di casa che tornava in auto dalla spesa. Mi dice di aver incrociato un cagnolina bianca che camminava per il paese con aria smarrita, di aver provato ad avvicinarla ma inutilmente, perché ogni volta lei si allontanava spaventata. Sapendo che amo i cani, mi chiede se voglio provare io a prenderla, perché “sembrava proprio persa”.

Non ci ho pensato due volte e, scesa dalla scala, mi sono diretta dove il vicino l’aveva vista poco prima. Dopo pochi minuti… eccola. Un batuffolo di pelo bianco grande meno di un gatto, con un collarino rosso e il pelo che sembrava essere stato toelettato da poco. Mi sono avvicinata e ho cercato di attirare la sua attenzione ma a ogni mio passo verso di lei, la piccola si allontanava. Allora ho cercato di spingerla in direzione del mio cancello e, piano piano, sono riuscita a portarla lì. A quel punto, dovevo trovare il modo di farla entrare. Con pazienza e muovendomi piano piano ho fatto in modo che scappasse proprio dentro il mio giardino: era fatta!

Tanta paura all’inizio ma poi… nasce l’amicizia

O meglio, era quasi fatta perché la piccola era davvero spaventata da tutto e non si fidava di me. Con calma e tanti bocconcini, sono riuscita a convincerla che non volevo farle del male. Le ho dato da bere, e ne aveva bisogno. Così, piano piano, siamo diventate amiche e una volta scoperto che non aveva il microchip e che nessuno la cercava, ho deciso di tenerla con me. Ma per molto tempo Trilly, come ho deciso di chiamarla, ha avuto paura delle mie mani e dei miei piedi, si spostava di scatto ogni volta che mi avvicinavo… era chiaro che doveva essere stata picchiata. Mi sono sempre chiesta perché, dopo averla toelettata e averle messo un collarino rosso nuovo, l’abbiano abbandonata in mezzo alla strada, sola e impaurita, con il grande rischio che finisse uccisa da un’automobile. Mi sono immaginata la scena: la famiglia in auto carica di bagagli che parte per il Ferragosto, la cagnolina che magari piange perché ha paura di andare in macchina, il pensiero dei fastidi che avrebbe dato in albergo magari… e allora la macchina che si ferma, la portiera che si apre e la piccola che scende, pensando di fare una passeggiata. Invece la portiera si chiude e la macchina parte, lasciandola sola e smarrita, senza più niente e nessuno a cui affidarsi… il tradimento più orribile che si possa fare a un cane.

Ora è diventata la mia “guardia del corpo” in miniatura

Quando l’ho trovata io Trilly aveva circa sei mesi e pesava poco più di 4 chili. Oggi Trilly ha sette anni ed è la mia ombra, oltre che la mia “guardia del corpo” in miniatura. Siamo inseparabili e da me si farebbe fare qualsiasi cosa, perché sa che la adoro e che mai le farei del male. Ma verso gli estranei è rimasta diffidente e timorosa. Le sofferenze patite da piccoli non si dimenticano mai, purtroppo, anche quando poi, per fortuna, si riceve tanto amore».

Lascia un commento