L'ingresso della spighetta forasacco nelle zampe del cane è estremamente subdolo, perché inizialmente non ci si accorge di nulla

19 Agosto 2019 di Redazione

Le spighe: un pericolo diffuso per i nostri cani

I forasacchi, così chiamate queste spighette, hanno una conformazione tale da consentirgli, una volta penetrate nell’organismo del cane, di procedere in una sola direzione, senza possibilità di uscire a ritroso. Narici, bocca, orecchie, occhi e organi genitali esterni sono le porte d’ingresso attraverso cui le spighette entrano nell’organismo animale e una volta entrati possono causare seri danni.

Le spighette possono anche compiere tragitti particolarmente lunghi seguendo percorsi casuali e spostarsi nel giro di settimane in aree organiche impensabili, causando danni ingenti. Il disagio manifestato dal cane è improvviso e dipende ovviamente dalla zona anatomica interessata.

Forasacchi: sintomi e danni

L’ingresso della spighetta forasacco nelle zampe del cane, in genere negli spazi tra un dito e l’altro, è estremamente subdolo, perché inizialmente non ci si accorge di nulla. La penetrazione è indolore e i sintomi compaiono spesso a distanza di parecchio tempo, nel caso in cui si formino granulomi, ascessi, fistole o lesioni necrotizzanti. Il cane può leccare insistentemente la parte colpita, zoppicare in maniera più o meno evidente e manifestare disagio nel momento in cui si tocca la zona.

Ci pensa il veterinario

Per avere la certezza che sia penetrata una spighetta, il veterinario procede con una valutazione rinoscopica, servendosi di uno strumento luminoso che si introduce attraverso la narice per farlo risalire lungo il naso. Il corpo estraneo, una volta individuato, va afferrato con una speciale pinza e infine estratto. La procedura, per forza di cose, va effettuata in anestesia generale. Se la spighetta si infila nell’occhio, il più delle volte va a posizionarsi dietro la terza palpebra e risulta così non visibile.

Possiamo accorgerci della sua presenza perché il cane strofina la parte con gli arti anteriori, socchiude le palpebre e produce localmente materiale mucoso o muco-purulento. Il veterinario provvederà ad applicare qualche goccia di anestetico locale per uso oftalmico: questo consente di afferrare la terza palpebra e rovesciarla verso l’esterno per controllare che cosa si nasconde dietro. E se c’è la spiga, potrà essere asportata facilmente.

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