Attenzione! Le zecche dei cani colpiscono anche gli esseri umani. Ecco spiegato il perché.

24 Giugno 2021 di Andrea Bianchi

Sebbene sia inquietante anche solo da pensare, tale quesito nasconde purtroppo la verità. Recentemente, infatti, una nuova ricerca ha scoperto che il cambiamento climatico può influenzare il rischio di “prendersi le zecche”, contraendo a volte delle malattie. Vediamo come!

Alte temperature

L’aumento delle temperature, dettato dal cambiamento climatico, come sempre, porta con sé ulteriori cattive notizie. Secondo una ricerca, infatti, le zecche potrebbero spostare le loro preferenze alimentari lontano dai cani e sempre più verso gli umani, a causa di questo caldo per così dire “anomalo”. Ma c’è di più. Tali parassiti sono portatori della mortale malattia batterica conosciuta come febbre maculata delle Montagne Rocciose (RMSF). Peraltro dannosa anche per gli umani. In Arizona, sono stati segnalati diversi focolai di RMSF negli ultimi anni. La dottoressa Laura Backus, veterinaria e dottoranda presso l’Università della California, si è espressa sul fenomeno. “Abbiamo scoperto che quando le temperature aumentano da circa 22 C a 38 C , le zecche marroni dei cani (sono queste le principali indiziate infatti) che portano la malattia hanno una probabilità di 2,5 volte superiore di preferire gli umani ai cani“. Un dato a dir poco allarmante che, per fortuna, riguarda però le zecche diffuse in alcune aree degli Stati Uniti e non ancora, si spera, quelle “nostrane”!

Una malattia pericolosa

Come se non bastasse, l’RMSF risulta essere tutt’altro che un comune raffreddore. Entro i primi cinque giorni dalla malattia, gli antibiotici possono risolverla tranquillamente ma, se non trattata, potrebbe essere fatale. Inoltre, le epidemie di RMSF sono difficili da prevedere. Sapere cosa fa sì che le zecche scelgano gli esseri umani, però, potrebbe aiutare. “Se siamo in grado di scoprire i fattori ambientali che portano gli esseri umani a essere infestati più spesso, potremmo sperare di intervenire più velocemente e ridurre i casi”, afferma la dottoressa Backus. Il lavoro precedente di altri ricercatori, infatti, aveva suggerito che l’alta temperatura potrebbe essere uno di quei fattori.

L’esperimento

Per testare l’ipotesi, la Backus e altri colleghi hanno reclutato alcuni volontari umani e canini per un esperimento. I ricercatori hanno allestito due grandi scatole di legno, una contenente un cane e l’altra un umano. Entrambe erano collegate tra loro da un tubo di plastica trasparente. Hanno dunque rilasciato 20 zecche nel mezzo del tubo, così da osservare il loro movimento. Delle barriere a rete hanno impedito alle zecche di raggiungere il loro ospiti. L’esperimento è stato svolto a due temperature: 23,3 C o temperatura ambiente, e circa 37,8 C. Le zecche marroni utilizzate erano di due tipi. Quelle tropicali, recuperate negli Stati Uniti meridionali, e quelle temperate, trovate in tutti gli Stati Uniti continentali. Dopo un totale di 10 prove, le tropicali si sono spostate più verso i cani a temperatura ambiente e più verso gli umani a 37,8 C. Meno chiari i risultati per le temperate invece.

Conclusioni

I ricercatori non sono sicuri di cosa stia causando il cambiamento delle preferenze dell’ospite da parte delle zecche. E’ possibile che, data l’alta probabilità di morte a temperature elevate, le zecche si dirigano più aggressivamente verso l’ospite proprio quando fa caldo. Questo, però, non spiegherebbe la preferenza dell’umano al cane.

Insomma, c’è da stare molto attenti, soprattutto se si bazzica nei boschi Oltreoceano!

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