Nel canile di Rimini, solo nel corso del 2017 sono stati una ventina i cani entrati in canile per rinuncia di proprietà e nei primi mesi del 2018 la stima è destinata a crescere; un trend che preoccupa le autorità, considerato che nel 2016 il numero di rinunce di proprietà si era fermato a tredici. Dai dati raccolti emerge come, in primo luogo, tale fenomeno sia dovuto a sopravvenuti problemi di spazio e in secondo luogo alla gravosità di doversi occupare di un cane da un punto di vista economico. Non bisogna dimenticare che, come è facile notare scorrendo le pagine facebook dei vari volontari che si occupano di cani in difficoltà, una parte delle rinunce di proprietà è da ricondurre al decesso del proprietario e alla conseguente impossibilità per i parenti dei defunti di occuparsi dell’animale.
La rinuncia di proprietà può essere la conseguenza, inoltre, di una errata valutazione iniziale dell’indole del cane o gatto: quante volte si sente di padroni che abbandonano il proprio animale perché magari resesi conto che cani di grossa taglia non possono essere gestiti in piccoli appartamenti o cani di indole aggressiva non gestibili.
Ricordiamoci che per un cane abituato a vivere in famiglia, l’essere abbandonato in un canile è un trauma che solo con amore e dedizione riusciranno a superare… Molti sono gli esempi di cani che, una volta abbandonati in canile, smettono di mangiare e si lasciano morire.