La clonazione è un gesto d’amore?
Far clonare il proprio cane significa amarlo sopra ogni cosa. Solo così si può spiegare il gesto che porta molti proprietari di cani a rivolgersi al South Korean Sooam Biotech Research Foundation di Seul. Una storia emblematica è quella della coppia britannica, Richard Remde e Laura Jacques, volata in Corea, per far clonare il loro amatissimo cane, un boxer di otto anni di nome Dylan, deceduto per un tumore al cervello.
Le cellule di Dylan, ibernato per consentirne l’asportazione, sono state dapprima fecondate in vitro e poi impiantate in una femmina surrogata. Dopo circa tre mesi di attesa, una telefonata dalla Corea ha avvisato i due coniugi che la procedura d’inseminazione artificiale era andata a buon fine e che presto sarebbero arrivati dei cuccioli uguali al loro amatissimo Dylan.
Ci sono voluti però ancora sei mesi di quarantena prima che, Shadow e Chance, questi i nomi dei due cuccioli, potessero entrare nella loro nuova casa. Richard Remde ha dichiarato, durante un’intervista alla TV britannica, “La gente spende i propri soldi per acquistare fantastiche automobili o trascorrere incredibili vacanze. Noi abbiamo deciso di spendere i nostri soldi per questi cani”. Ora Dylan è tornato parte della loro vita e i due cuccioli hanno riempito nuovamente quel vuoto lasciato dalla sua prematura scomparsa.