Per quanto attiene a igiene e profilassi, cioè le vaccinazioni, la tempistica più comune attualmente accessibile in Italia impedisce la precoce esposizione del cucciolo all’ambiente esterno

29 Agosto 2018 di Redazione

Vaccinazioni e socializzazione

Per quanto attiene a igiene e profilassi, cioè le vaccinazioni, la tempistica più comune attualmente accessibile in Italia impedisce la precoce esposizione del cucciolo all’ambiente esterno, essenzialmente per evitare che entri in contatto con pericolosissimi agenti virali (per esempio, il parvovirus) verso i quali non ha ancora sviluppato un accettabile livello di immunità.
Nel caso più favorevole, la prima vaccinazione (anti-parvovirosi), di solito, viene eseguita non prima dei 40 giorni (6 settimane circa), con richiamo 20 giorni più tardi (e siamo già a 9 settimane) e introduzione dei vaccini contro il cimurro e l’epatite canina. A distanza di 30 giorni vengono effettuati i richiami per queste ultime due vaccinazioni e inserita quella contro la leptospirosi, che dovrà essere ulterior
mente richiamata dopo altri 30 giorni. Durante tutto questo periodo, il cane è considerato a rischio di contrarre queste malattie e quindi si consiglia abitualmente ai proprietari di non farlo entrare in contatto con altri cani e con ambienti non sicuri. In pratica, il cucciolo non dovrebbe frequentare ambienti diversi dall’abitazione né altri animali fino a 17 settimane circa, quando ormai, qualsiasi sia la razza o la miscela di razze, il “muro” della diffidenza è divenuto impenetrabile.

Ma perché non anticipare la somministrazione dei vaccini ?

Ma perché non anticipare la somministrazione dei vaccini in modo da offrire al cucciolo le necessarie occasioni per fare ampie esperienze durante il periodo di maggiore apertura mentale? Purtroppo la natura stessa lo impedisce, poiché ha provvisto il latte materno di un cocktail immunizzante  (definito colostro) atto a proteggere il cucciolo fino a circa 40-50 giorni, cocktail che annullerebbe l’effetto dei vaccini somministrati prima  di tale periodo e che, a volte, rende poco o per nulla efficace anche la prima vaccinazione anti-parvovirus di cui sopra. Comunque, non si può certo imputare una carente socializzazione dei cani ai veterinari: le vaccinazioni sono indispensabili per preservare la salute e spesso la vita dei cuccioli; possiamo solo sperare che le ricerche farmaceutiche ci portino a individuare cure capaci di combattere efficacemente le malattie più gravi cui sono esposti i cuccioli, consentendoci così di sottoporli al maggior numero di stimoli ed esperienze nel periodo sensibile senza mettere eccessivamente a repentaglio la loro salute.

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