Rabbia ma anche commozione e tanta solidarietà al Tribunale di Napoli dove decine di avvocati si sono mobilitati per salvare il cane guida del centralinista non vedente del Palazzo di Giustizia.

5 Dicembre 2019 di Vanessa Amati

Rabbia ma anche commozione e tanta solidarietà al Tribunale di Napoli dove decine di avvocati si sono mobilitati per salvare il cane guida del centralinista non vedente del Palazzo di Giustizia.

Minuti concitati: il cane viene improvvisamente colto da un malore, cade a terra e rimane immobile, lasciando il suo padrone nel panico, senza una guida. In balìa del buio. Gli avvocati presenti si mobilitano immediatamente e decidono di avvertire l’ASL veterinaria di competenza. A questo punto l’amara sorpresa: “Non possiamo intervenire, non possiamo soccorrere il cane perché appadronato“. Un secco e inspiegabile rifiuto di intervento, come spiega l’avvocato Antonio Smaldone: “È stato inutile motivare che si trattasse di un padrone particolare, inutile provare a far capire che il cane è la guida del cammino di un uomo che non vede, di un dipendente del Tribunale che quotidianamente affida tutto se stesso all’istinto dell’animale. Fatto sta che di fronte all’ennesimo rifiuto – aggiunge il penalista – abbiamo deciso di fare una colletta e di usare un’auto privata, quella di una collega. E non è tutto: abbiamo deciso di fare una colletta e di trasferire il cane, con il padrone accanto, da un veterinario, decidendo di sobbarcarci le spese della visita”.

Gli avvocati decidono allora di avvolgere il povero animale in un tappeto e di trasportarlo immediatamente al pronto soccorso veterinario più vicino. Amaro il responso della visita: lesione alla spina dorsale. 

Cani guida: compagni di vita e amorevoli infermieri

Nonostante quanto stabilito dalla legge italiana, che oltre a prevedere l’ingresso libero, in qualsiasi luogo, di questi “cani speciali”, accorda loro particolari tutele in virtù del ruolo essenziale che ricoprono nella vita delle persone non più autonome, purtroppo ancora oggi si registrano tanti casi di discriminazione. Un’ulteriore prova di quanto sia necessario che si diffonda sempre più la consapevolezza, da parte di chiunque, dell’importanza di questi straordinari animali.

Che sono dei compagni di vita, sì. Ma anche dei fenomenali (e amorevoli) infermieri. 

 

Fonte www.ilmattino.it

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