I cani contribuiscono da tempo a scoprire malattie quali diabete e tumori. La speranza è che ci possano aiutare anche con il Covid-19. Ecco gli studi in corso.

22 Luglio 2020 di Livia Mossi

Il Covid-19, è innegabile, ha avuto un fortissimo impatto sulla nostra società, dovuto anche all’iniziale mancanza di tamponi e test sierologici. Ma oggi i nostri amici a quattro zampe sembrano giungere in soccorso perfino in questo campo. Infatti, in alcuni paesi, i cani vengono addestrati per riconoscere i malati di Covid e anche in questo caso si dimostrano più veloci dei convenzionali test.

Il caso Regno Unito e Iran

Il primo Paese ad aver optato per questo approccio è il Regno Unito, dove i ricercatori del London School of Hygiene and Tropical Medicine, del Medical Detection Dogs e della Durham University hanno cominciato ad addestrare i cani a riconoscere i portatori di Coronavirus, forti del fatto che l’odore del corpo cambia se affetti da malattia.

Alla Gran Bretagna si aggiunge poi l‘Iran, dove l’esercito della Repubblica Islamica ha sostenuto l’apertura di un centro cinofilo per l’addestramento dei cuccioli. E per i cani apparentemente nessun rischio di contagio, come afferma il portavoce Hamidreza Shiri all’agenzia di stampa “Isna”:

Dal momento che i cani riescono a individuare gli odori 20mila volte meglio degli umani, sono già stati addestrati a riconoscerne alcuni particolari tra cui quello della malaria. Nella prima fase della ricerca abbiamo dimostrato che i cani non vengono contagiati dal Coronavirus. Sono due settimane che stanno lavorando con il virus, ma test multipli in diverse fasi dimostrano che nessun cane né i loro addestratori sono stati contagiati.

L’Istituto superiore di sanità, con un nuovo rapporto realizzato dal Gruppo Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare, però, rettifica questa teoria. Infatti, sarebbe più opportuno dire che gli animali domestici possono contrarre e ospitare il virus senza contagiare l’uomo. Niente paura per il nostro Fido comunque! Infatti, la statistica ci dice che a fronte di quasi 2 milioni e mezzo di umani positivi solo 4 animali (due cani e due gatti) hanno contratto l’infezione.

Ma quale razza si aggiudica il titolo di miglior “naso”?

Il dibattito è aperto: nel dubbio, quindi, ne vengono addestrate diverse, tra cui Labrador e Golden Retriever, Pastore Tedesco e Border Collie. E il centro d’addestramento iraniano è molto fiducioso di poter annunciare a breve il successo del progetto.

Foto a cura di Marissa Deck

C’è un’altra questione, comunque, che rimane ancora irrisolta. Ammettono infatti i ricercatori britannici:

Non sappiamo ancora se il Covid-19 abbia un odore specifico, ma sappiamo che altre malattie respiratorie cambiano il nostro odore corporeo, quindi c’è una possibilità che lo faccia anche il Coronavirus. E se lo fa, i cani saranno in grado di rilevarlo.

Il fronte del Cile

Notizie più specifiche vengono fornite dal Cile, la cui polizia ha addestrato tre Golden Retriever e un Labrador, precedentemente impiegati nel servizio anti-droga, ad annusare il sudore dei contagiati. Fernando Mardones, professore di epidemiologia veterinaria, spiega che

Il virus non ha odore. Invece, l’infezione genera cambiamenti nel metabolismo che si traducono con un tipo di sudorazione molto particolare che il cane è in grado di individuare.

Inoltre, è già noto come i cani siano in grado di rilevare cambi nella temperatura corporea e secondo il professore anche di distinguere la presenza di infezioni parassitarie o malattie quali tubercolosi e alcuni stadi iniziali del cancro. Quel che è certo è che le cellule tumorali emanano un odore particolare, di azoto e idrocarburi, che il cane riesce a percepire.

Infatti, è del 1989 il primo resoconto scientifico di una diagnosi di melanoma, pubblicato sul «The Lancet», che raccontava di come un cane annusasse continuamente una lesione sulla coscia della padrona, fino a indurla a fare ulteriori controlli. Anche l’AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro) è intervenuta sulla questione, da un lato frenando l’entusiasmo in quanto, per il momento, le diagnosi non sono accurate come i test, ma dall’altro lato riconoscendo come i cani siano abili segugi. Il consiglio, oggi, è quello di fare una visita medica se il nostro cucciolo manifesta un’attenzione ossessiva verso una parte del corpo.

Gli studi in Austria, Germania e Finlandia

Per tornare al Covid-19, ricerche analoghe a quelle qui sopra descritte si stanno svolgendo anche in Austria e in Germania. Questi due paesi, infatti, stanno valutando la possibilità di utilizzare i cani in dotazione all’esercito per fiutare le persone positive al Coronavirus anche se asintomatiche. In Finlandia, invece, secondo quanto riporta «Repubblica», si punta a insegnare ai cani a riconoscere le tracce di infezione fiutando l’urina.

In definitiva, i nostri amici a quattro zampe contribuiscono da tanto tempo a scoprire malattie quali diabete, Parkinson e tumori; la speranza è che gli addestramenti vadano a buon fine e a breve siano in grado di aiutarci anche col Covid-19.

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