In Italia il codice civile non permette di lasciare la mia eredità a cani e gatti. Alla morte del proprietario, l’animale diventa parte dell’eredità

20 Novembre 2018 di Redazione

La pet-cat eredità: una pratica sempre più diffusa

In Italia il codice civile non permette di nominare eredi diretti i propri animali domestici, al contrario, alla morte del proprietario, l’animale diventa parte dell’eredità come bene-oggetto.

Per ovviare alla questione e dare ascolto alle voci sempre più diffuse di chi sostiene che l’animale possa essere a tutti gli effetti un ereditario, esiste un modo per cui il cane o il gatto diventa indirettamente beneficiario della successione. Come? Indicando nel testamento una persona o un’associazione che si prenda cura dell’animale.

Il proprietario dell’animale può nominare un esecutore testamentario, un soggetto terzo che ha il compito di verificare che le sue ultime volontà vengano osservate e, in caso contrario, revocare il lascito.

La pet-cat eredità è molto diffusa ormai, si stimano circa trentacinque miliardi di euro che negli anni sono stati destinati a cani, gatti e altri animali come beneficiari indiretti. I dati sono chiari: sono sempre di più i proprietari di animali d’affezione che si preoccupano che i proprio animali ricevano in futuro tutte le cure ed attenzioni  necessari, disponendo lasciti a favore di associazioni che si occupano della tutela e della difesa dei diritti degli animali.

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