Carta d’identità
Paese di origine: Germania
Classificazione FCI: Gruppo 1 – cani da pastore e bovari
Tipologia: cane da lavoro
Taglia: grande
Attitudini: difesa, soccorso, ricerca, sport cinofili
Impegno: ***
Sport: ****
Chi è
Conosciuto da tutti e da sempre ai vertici nelle preferenze dei cinofili, il Pastore Tedesco è stato a lungo il miglior esempio di versatilità tra le razze canine, ma è un partner che va capito, amato e soprattutto valorizzato. È stato ed è tuttora impiegato in tutte le specialità cinofile, comprese le più pericolose: cane da soccorso alpino e da ricerca su macerie e in superficie; cane antidroga, antiesplosivo, anticontrabbando; cane guida per non vedenti, da supporto per disabili, d’ausilio ai reduci di guerra; cane da allerta diabete e da ricerca di cellule cancerogene e, ovviamente, cane da difesa e da famiglia, purché sia una famiglia attiva e consapevole delle doti di questo cane. Si potrebbe continuare a lungo, perché le abilità del Pastore Tedesco non hanno limiti, in realtà. Ma solo se chi lo alleva e chi lo porta a casa fanno l’una e l’altra cosa con attenzione, cura e dedizione pari almeno a un decimo di quanto questo cane mette in campo a nostro vantaggio, da sempre.
Storia
La comparsa del Pastore Tedesco risale alla fine del 19° secolo e si deve soprattutto a Max von Stephanitz, un ex ufficiale prussiano che aveva il forte desiderio di selezionare una nuova razza capace di svolgere compiti di ogni genere, in particolare in ambito militare. Von Stephanitz esaminò soprattutto due tipologie di cani da gregge allora diffusi nel Paese, il Pastore di Turingia e quello del Württenberg, ma fu in occasione di una mostra canina a Karlsrhue che incontrò il suo prototipo di “cane ideale”. Si trattava di un soggetto da conduzione di tipo fortemente lupoide, di colore grigio e giallo, dal fisico snello e atletico, con groppa sostanzialmente dritta e nessuna angolazione particolare al posteriore. Poteva pesare meno di 30 kg. Questo cane dimostrò eccellenti capacità di apprendimento e, così, von Stephanitz lo acquistò, ribattezzandolo Horand von Grafrath. È lui il capostipite della razza che ha dato il via a un’avventura cinofila straordinaria che non accenna minimamente a concludersi dopo più di un secolo, tanto che tuttora il Pastore Tedesco si colloca tra i migliori cani da lavoro.
Il carattere
Come tutte le razze “da pastore”, anche il Tedesco, sia a pelo corto sia a pelo lungo, ha un livello di reattività molto elevato, infatti è considerato da sempre un ottimo cane da difesa e selezionato anche in base a tali pratiche. Proprio per questo, è essenziale che il cucciolo venga socializzato al meglio verso il genere umano, cioè verso persone di ogni età e tipologia, per mitigare eventuali reazioni di difesa attiva fuori contesto una volta adulto, in particolare se viene scelto come cane da famiglia, quindi esposto con grande frequenza a contatti sociali con amici, vicini, estranei, adulti e bambini. Il suo carattere è spesso improntato alla massima devozione verso il proprietario, purché questi sia all’altezza di un cane con doti così vaste, e per vivere sereno deve essere profondamente integrato nella vita famigliare, altrimenti soffrirà molto e diverrà di difficile gestione, e deve poter sfogare le sue energie nel lavoro, nel gioco o nello sport: l’inattività è nemica della serenità dei cani, soprattutto di quelli molto dotati come il Pastore Tedesco.
Vivere con lui
L’obiettivo di Max von Stephanitz era un cane di grande livello, capace di apprendere presto e bene qualsiasi compito, e si è avverato: gli esempi sono talmente numerosi ovunque da non lasciare adito a dubbi. Ma perché il Pastore Tedesco possa donarci l’immenso patrimonio che custodisce dentro di sé ci sono presupposti ineludibili, il primo dei quali è il rispetto per la sua grande intelligenza e per la sua necessità di essere considerato un membro effettivo della famiglia. Il suo posto è accanto a noi, dove il suo grande cuore anela di stare. Lasciato solo all’esterno soffre e si rabbuia, concentrandosi sulla difesa del territorio, unica risorsa rimasta, e perdendo via via la sua brillantezza mentale, fino a incattivire. I metodi di educazione e di addestramento devono tenere conto della sua sensibilità e della sua grande generosità, oltre che delle conoscenze etologiche ormai a disposizione di tutti, salvo coloro che scelgono di ignorarle. Trattato con amore e rispetto, e competenza, il fantastico Pastore Tedesco dona tutto se stesso ed è inimmaginabile ciò che sa dare: persino la vita, se lo ritiene necessario.
Cure
Spazzola e pettine utilizzati con cadenza settimanale sono tutte quel che serve per mantenere in ordine il mantello del Pastore Tedesco a pelo corto, mentre per quello dotato di pelo lungo la frequenza dovrebbe essere di due belle spazzolate la settimana. Per il resto, non ci sono particolari esigenze di “manutenzione”. Sul fronte della salute, invece, è importante sapere che nel Pastore Tedesco sono frequenti gravi problemi osteoarticolari, displasia dell’anca in primis, soprattutto a causa di chi alleva senza criterio e senza sottoporre i riproduttori ai controlli radiografici del caso, sostenuti con forza proprio dal Club di razza ma, purtroppo, non eseguiti da tutti. Dunque, è essenziale scegliere con attenzione l’allevamento dove prendere il cucciolo, facendosi dare tutte le garanzie veterinarie ufficiali sulla salute di padre, madre e nonni del piccolo. Importante anche sostenere bene la muscolatura del Pastore Tedesco, soprattutto se di taglia abbastanza grande come è frequente vedere negli ultimi anni: nuoto e lunghe uscite con sessioni di sgambamento sono assai consigliabili.
Alimentazione
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