Alcuni consigli utili per impostare un perfetto richiamo del cane ed evitare che si allontani da noi quando siamo fuori casa.

10 Marzo 2025 di Letizia

Nessun comando è altrettanto utile e importante quanto il “richiamo”, perché ci permette di controllare il cane anche a distanza, in qualsiasi situazione, garantendo così la sua sicurezza e anche quella degli altri.
Con il termine “richiamo” si intende un immediato ritorno del cane verso di noi, a seguito di una chiamata verbale, in qualsiasi circostanza, comprese quelle più difficili come il gioco con un altro cane o l’attrazione per una possibile “preda” che passi nelle vicinanze, per esempio.

Un buon richiamo è indispensabile anche per praticare attività cinofilo-sportive e, più semplicemente, per consentire al cane di godersi sane passeggiate quotidiane in luoghi adeguati senza il pericolo che si allontani troppo da noi.

Come fare il richiamo del cane

Condizione essenziale per impostare il richiamo, ancora più che per altri comandi, è il buon rapporto tra noi e il nostro amico: se il cane ci teme o, al contrario, non ci considera, non troverà alcun valido motivo per tornare subito da noi quando lo chiamiamo.

Ma se il rapporto è sereno e reciprocamente felice, allora non ci saranno problemi. Il programma di
massima da seguire prevede questo: insieme a un amico cinofilo, meglio se non troppo noto al cane, rechiamoci in un luogo sicuro, recintato e senza distrazioni. Nelle nostre tasche teniamo bocconcini, palline e il tira-molla. Verificato che tutto intorno sia tranquillo, affidiamo il cane al nostro aiutante che si allontanerà con lui al guinzaglio, senza dire una parola.

Giunto a una distanza di almeno 10-15 metri, il nostro aiutante si assicurerà che il cane non stia guardando verso di noi e ci segnalerà di chiamarlo alzando un braccio. A questo punto, chiamiamo il cane con voce serena e ben chiara, dicendo prima il suo nome e poi il comando che abbiamo scelto, per
esempio “vieni!”. Se il cane, sentendosi chiamare, parte deciso verso di noi, l’aiutante potrà lasciarlo an-
dare (foto a destra).

Se, invece, non è molto reattivo, l’aiutante lo accompagnerà comunque da noi al guinzaglio, a passo spedito o, meglio ancora, correndo. In entrambi i casi, appena il cane ci raggiunge diciamogli che è stato bravo, con enfasi, e sottoponiamogli la sequenza dei rinforzi che abbiamo portato con noi, dal meno interessante, in genere il contatto sociale (cioè le coccole), al più ambito, cibo o gioco che sia, secondo le sue preferenze. Raggiunta un’eccellente costanza nella risposta al richiamo “con aiutante”, è il momento di iniziare a introdurre il richiamo “inatteso” senza aiutante.

Sempre in luogo sicuro, sganciamo il cane e lasciamo che esplori la zona all’intorno per qualche istante, allontanandoci da lui con noncuranza per una decina di metri. Poi, voltiamoci nella sua direzione e chiamiamolo, sempre con tono sereno e sempre usando prima il suo nome e poi il comando. Per indurlo a tornare più rapidamente, nel caso fosse un po’ lento, possiamo anche camminare all’indietro con passo veloce. Appena ci raggiunge, diciamo subito “bravo” e poi iniziamo la sequenza dei rinforzi, come nel richiamo con aiutante.

Imprevisti

Se non torna subito, voltiamoci e partiamo di corsa, come se volessimo fuggire. Molto probabilmente, il nostro amico si precipiterà all’inseguimento. Quando sarà giunto pochi passi dietro di noi, fermiamoci e lasciamo che ci raggiunga per avviare subito la procedura di rinforzo consueta, dopo il “bravo”. Questi esercizi vanno ripetuti più volte al giorno per il periodo necessario a ottenere sempre la risposta al richia-
mo.

Può essere utile, con i soggetti meno reattivi, sdraiarsi improvvisamente a terra subito dopo averli chiamati: ciò suscita di solito la curiosità anche dei cani meno vivaci o più “indipendenti”. Infine, la fantasia ci sarà di grande aiuto nell’inventare nuove sorprese per accrescere la gratificazione del cane ogni volta che si precipiterà a raggiungerci a comando.

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