Un anno di reclusione e un risarcimento di 2000 euro a un proprietario di un cane morto avvelenato dopo atroci sofferenze. È la storica sentenza del Tribunale di Sassari che ieri ha condannato Giovanni Moro, allevatore di Laerru, in Sardegna, per avere ucciso animali domestici e selvatici. A riportare la notizia è il quotidiano “La Nuova Sardegna“. Il verdetto del giudice, Anna Giuseppina Pintore, rappresenta la prima condanna per reati simili nell’Isola.
Era il periodo tra settembre 2015 e gennaio 2017 quando i cacciatori soliti frequentare le campagne di Sassari cominciarono a notare alcuni corvi morti tra le sterpaglie. Poco dopo, gli uomini avevano visto morire almeno nove segugi, mentre altri quattro erano rimasti intossicati. Ed ecco perché i cacciatori avevano presentato una denuncia, così da individuare il colpevole.
L’inchiesta della Procura della Repubblica di Sassari aveva portato a Giovanni Moro, allevatore di 65 anni, accusato di uccisione e maltrattamento di animali e soppressione di specie selvatiche. A incastrare l’uomo erano state le sostanze velenose ritrovate nel suo terreno durante le perquisizioni. Secondo gli investigatori, l’uomo avrebbe cosparso la sua tenuta con bocconi avvelenati per allontanare la fauna selvatica dal suo gregge.
Proprio per questo, ieri mattina, l’uomo è stato condannato a un anno di reclusione, con la sospensione condizionale della pena. Il Tribunale di Sassari ha oltretutto accolto la richiesta di risarcimento presentata da alcuni proprietari di segugi morti intossicati. Il 65enne deve risarcire, dunque, il padrone di un cucciolo con una somma di 2000 euro. A due suoi compaesani, che si erano costituiti parte civile nel processo, Giovanni Moro deve versare ulteriori 2000 euro, 1000 per ciascuno.
Le forze dell’ordine sono sempre in prima linea per tutelare il patrimonio naturale. Proprio qualche mese fa, in Lombardia, i Carabinieri Forestali avevano denunciato 139 bracconieri per reati contro l’avifauna selvatica.