Secondo i risultati di uno studio compiuto nel 2017 dall’Università di Linköping, i professori Brian Hare e Vanessa Woods hanno dimostrato che lo stile di vita piuttosto agiato, rilassante, incentrato sulla reciprocità sentimentale profonda e condivisa dell’essere umano ha influenzato i tratti genetici e comportamentali dei cani. Il vivere con noi ha mutato il loro DNA e, in base ai test eseguiti, i cani sono ufficialmente entrati in una nuova fase della loro storia evolutiva.
Non più considerati esclusivamente animali da lavoro o protettori delle abitazioni, i cani sono diventati compagni indispensabili che svolgono un ruolo centrale nella nostra quotidianità. E questo cambiamento ora rientra anche nel loro DNA.
Gli studi scientifici suggeriscono che stiamo assistendo a una “terza ondata di domesticazione”, ovvero a un ulteriore adattamento dei cani alla nostra vita, fatta di molti più agi rispetto al passato, ma anche da più cemento e meno tempo all’aperto.
La storia insegna che l’uomo ha iniziato l’addomesticamento dei cani circa 40 mila anni fa, quando i lupi selvatici hanno cominciato ad avvicinarsi agli insediamenti umani per cercare cibo. Allora la selezione naturale ha favorito i lupi meno timorosi e più socievoli, portando alla formazione delle prime popolazioni canine.
All’inizio questo rapporto fu vantaggioso per entrambi, un rifugio caldo e cibo assicurato per il lupo e un po’ di pace per l’uomo che aveva trovato qualcuno in grado di fare la guardia e di dare l’allarme in caso di pericolo. Successivamente, con la rivoluzione agricola e quella industriale, i cani sono stati allevati per specifici tratti fisici e comportamentali, in risposta alle esigenze dei loro proprietari. Avevamo bisogno di cani da guardia, da pastore, da caccia e li abbiamo selezionati in base alle loro predisposizioni.
La storia dell’uomo può essere tranquillamente studiata osservando quella dei cani. Oggi è il momento di un altro cambiamento per il migliore amico dell’uomo, perché l’urbanizzazione ha reso necessarie qualità diverse in Fido che deve confortarci, darci affetto ed essere tranquillo.
Il ruolo dell’ossitocina
Gli studiosi di Linköping hanno valutato come il nostro stile di vita stia influenzando i tratti genetici e comportamentali dei cani. Secondo i ricercatori, l’evoluzione di questi animali si sta manifestando non solo a livello comportamentale, ma anche biologico.
La crescente interazione tra cani e umani ha portato a un aumento dei livelli di ossitocina, un ormone fondamentale nel legame sociale che promuove la fiducia e l’affetto. Come sappiamo, l’ormone dell’amore gioca un ruolo cruciale nel rafforzare il legame tra i cani e i loro proprietari. E potrebbe essere anche la chiave di questo ulteriore passo evolutivo.
L’esperimento che è stato eseguito ha coinvolto 60 Golden Retriever, i quali dovevano aprire un barattolo di croccantini. I cani sono stati sottoposti a questo test due volte, una dopo aver ricevuto uno spray nasale di ossitocina e uno dopo la somministrazione di uno spray di soluzione salina.
I risultati hanno rivelato che i cani portatori di una specifica variante genetica del recettore dell’ossitocina rispondevano in modo più efficace, mostrando una maggiore predisposizione a cercare interazione con i loro proprietari per assolvere al compito. Questo significa che i cani stanno cambiando, per essere sempre più profondamente legati a noi.
A differenza dei loro antenati, i cani da compagnia oggi sono stati selezionati per la loro socievolezza, il che li rende particolarmente adatti alla vita urbana. Come affermano i ricercatori, oggi sono molto diffusi i cani di assistenza per disabili o malati e, a differenza della maggior parte dei cani da compagnia, i cani da assistenza sono attratti dagli estranei e mostrano una crescente cordialità, suggerendo che la biologia di questi animali si sta modificando proprio come accadde migliaia di anni fa.
Un cane, oggi, quando vede il suo padrone, produce una quantità di ossitocina paragonabile a quella che un essere umano sprigiona nel momento preciso in cui si innamora. Praticamente, ogni volta che Fido ci vede, un’ondata di amore lo pervade, il suo cuore batte e la gioia che avverte è infinita.
Il rapporto uomo-cane ha fatto un ulteriore passo avanti in questa terza ondata di domesticazione ed è molto importante conoscerlo. Noi e loro abbiamo attraversato i confini della storia, abbiamo lottato insieme, patito il freddo e la fame. Negli anni insieme ai nostri cani siamo diventati stanziali, abbiamo lavorato e affrontato guerre, fame e carestie.
Ora, in un mondo pieno di cemento, i nostri cani sono ancora con noi, perché questo rapporto ha superato i confini del tempo. Non è più una simbiosi nata per esigenze reciproche. Ora sappiamo che noi abbiamo bisogno dei cani, sono gli animali di conforto, per coloro che hanno il disturbo da stress post traumatico o il cancro, sono sostegno per gli anziani, i malati di cuore e per tutte le persone sole.
Il cane è cambiato con noi e per noi, ci ama e basta, ma non è una pallida metafora poetica. Questa volta è la scienza a dirlo, perché basta misurare l’ossitocina per capire quanto il migliore amico dell’uomo sia qui per noi.