Anche i gatti possono ammalarsi di Coronavirus. Non è uguale a quello degli esseri umani, ma i medicinali per curarlo potrebbero essere gli stessi.

5 Settembre 2020 di Chiara Pedrocchi

Secondo un recente articolo pubblicato da Science News, due medicinali utilizzati per curare delle malattie feline potrebbero essere la soluzione tanto ricercata per guarire dal COVID-19. I gatti, infatti, possono contrarre una malattia per certi versi simile a quella che per gli umani è il COVID-19, la peritonite infettiva felina, e le medicine utilizzate per curarla potrebbero rivelarsi efficaci anche negli esseri umani.

Uno dei medicinali in questione, chiamato GC376, disabilita uno degli enzimi che alcuni coronavirus, tra cui il SARS-CoV-2, (cioè il COVID-19), usano per riprodursi. L’altro, chiamato GS-441524, è un antivirale simile al Remdesivir, il primo medicinale usato per accelerare il recupero da COVID-19.

Niel Pedersen, un veterinario che ha studiato il coronavirus felino all’Università della California Davis, ha dichiarato che

Entrambi i medicinali sono stati molto efficaci nella cura dei gatti affetti da peritonite infettiva felina

Nessuno dei medicinali, tuttavia, è stato approvato dalla U.S. Food and Drug Administration perché fosse usato per curare i gatti, e nemmeno per gli uomini.

Julie Levy, una veterinaria dell’Università di Gainesville (Florida), ha dichiarato che entrambi i COVID-19, quello negli esseri umani e quello nei gatti, sono causati da una risposta immunitaria infiammatoria disfunzionale. 

In uno studio del 2016, sei degli otto gatti ricoverati per coronavirus felino sono guariti grazie all’utilizzo di queste cure. I due che sono morti, invece, hanno avuto delle complicazioni dovute all’utilizzo di altri farmaci.

Limieux, dell’Università di Alberta in Edmonton, Canada, dichiara che la compagnia farmaceutica che produce il medicinale GC376, Anivive Lifesciences, con sede in California, sta facendo delle ricerche su come testare questi farmaci anche sugli esseri umani. Il GS-441524, sembra essere risultato efficace anche in alcuni laboratori sperimentato su scimmie adulte e cellule umane. È quanto sostenuto da uno studio di luglio pubblicato in Cell Reports. 

Anche se è ancora incerta la direzione che prenderanno gli studi, e non siamo sicuri che questi medicinali funzioneranno anche per le persone, queste scoperte sono un esempio del fatto che capire le connessioni tra la salute degli esseri umani e quella degli animali può aiutarci ad affrontare nuovi virus. 

Anche E. Susan Amirian, epidemiologista molecolare presso la Rice University a Houston, concorda con questa affermazione e aggiunge:

In parte grazie alle ricerche sulla peritonite felina infettiva, molti veterinari sembrano aver realizzato, all’inizio della fase pandemica del COVID-19, che il Remdesvir poteva essere un promettente candidato. I parallelismi tra la medicina umana e quella animale sono affascinanti.

 

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