Per educare il gatto dobbiamo prima imparare alcune regole base necessarie affinchè il nostro insegnamento sia recepito. Scopriamo quali.

5 Novembre 2018 di Redazione

Qualche consiglio per educare il gatto

Senza entrare nel merito di ciò che vogliamo insegnare al micio di casa (non saltare sui mobili, non fare le unghie sulle sedie, non arrampicarsi sulle sedie, non ridurre in brandelli i calzoni degli ospiti ecc.), dobbiamo prima imparare alcune regole base.

  1. Il gatto è più ricettivo nei minuti che precedono i pasti quotidiani, cioè quando la sua attenzione nei nostri confronti è tesa al massimo e ha più bisogno di riconoscere la nostra (temporanea, si badi bene) supremazia. Cerchiamo quindi di programmare le sedute educative in questi momenti, solo così otterremo i migliori risultati col minimo sforzo. Oltretutto, il lauto pasto che seguirà ai 10 minuti di lezione (non di più) fungerà da meritatissima e apprezzata ricompensa.
  2. Quando cercate di insegnargli qualcosa fate attenzione che intorno non ci siano rumori o fonti di distrazione.
  3. Un gatto non può concentrarsi per più di 10 minuti. Quarto: usate un comando vocale diverso (preferibilmente semplice e monosillabico, come “vai”, “no”, “ehi”) per ogni concetto diverso.
  4. Insegnategli un solo esercizio o concetto alla volta.
  5. Tenete le lezioni sempre alla stessa ora e nello stesso luogo.
  6. A ogni risposta positiva premiare con il bocconcino goloso e la coccola preferita, mentre all’infrazione della regola reagite con la massima indifferenza e senza punizioni eccessive.
  7. Non dimenticate mai… che lui è più intelligente di noi.

A proposito delle punizioni

  1. Anche le lievi punizioni sono utili se saprete gestirle. L’importante è che alla punizione (una spruzzatina d’acqua, un colpettino sulla testa seguito da un secco “no”) non seguano eccessive attenzioni da parte nostra.
  2. Dopo averlo punito, ignoriamolo completamente, altrimenti Micio capirà che la trasgressione è un modo come un altro per ottenere la nostra attenzione.
  3. Un’altra precisazione: nella maggior parte dei casi un gatto bene educato è perfettamente in grado di capire se sta combinando qualcosa di sbagliato, quindi sarà teso, nervoso e molto concentrato. Spruzzargli acqua o urlargli alle spalle lo potrebbe far scappare di colpo, facendogli commettere movimenti sconnessi: se è tra le statuine più preziose della collezione di ceramiche, sul mobile della nonna o tra le camicie di seta, il nostro intervento potrebbe causare danni gravi.

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