Educare il gatto è possibile solo se ci sforziamo di comprendere che “educare” non è sinonimo di “ammaestrare”. Scopriamo come fare.

5 Novembre 2018 di Redazione

Educare  il gatto è possibile?

Educare il gatto è possibile solo se ci sforziamo di comprendere che “educare” non è sinonimo di “ammaestrare”. Per quanto ubbidiente, educato e diligente, un micio non sarà mai completamente assoggettato al nostro controllo. Ciò non è dovuto, come molti vogliono far credere, a una questione di intelligenza, ma piuttosto di “carattere evolutivo”.

Ogni specie animale ha sviluppato un modello di apprendimento diverso che gli proviene direttamente dall’ambiente che lo circonda.

Il cane, abituato alla vita di branco, dove il comportamento dei singoli individui in qualche modo è subordinato alle regole stabilite dal capobranco, ha sviluppato una naturale propensione a individuare nel padrone il proprio “capo”, il referente a cui fare riferimento e a cui esternare i propri atteggiamenti di obbedienza e sottomissione.

Il gatto, al contrario, non vivendo in branco, non dà per scontato che ci debba per forza essere un padrone a cui dovere obbedienza e rispetto. La sua stima non va data per scontata, ma bisogna sapersela conquistare.

Educare  il gatto? Capire il suo modo di apprendere

Il fatto che sia un animale che caccia e vive da solo ci suggerisce come il gatto abbia sviluppato un sistema di apprendimento che non contempla il concetto di punizione da parte del capobranco o del padrone.

Sgridarlo, picchiarlo e punirlo non solo non serve a molto, ma addirittura potrebbe esortarlo a non ascoltarci, a innervosirsi e, magari, a fare tutto il contrario solo per il gusto di fare un dispetto o lanciare una sfida per stabilire che sia il più forte.

Lasciate quindi da parte le botte e le urla e cominciate a imparare a usare indifferenza (i gatti la detestano), premi (in forma di coccole e bocconcini golosi) e toni affettuosi.

Educare  il gatto? Intelligenza o concentrazione

I gatti giovani sono naturalmente più portati ad apprendere nuovi insegnamenti.

Non cercate però di addestrate gattini troppo piccoli, sotto i tre mesi, perché non sarete mai in grado di ottenere le loro attenzioni: sono troppo impegnati a perlustrare il mondo che li circonda.

I gatti anziani, hanno invece poco interesse a imparare regole nuove.

Un altro fattore da tenere presente è la lunghezza del pelo: i gatti a pelo lungo sono naturalmente più pigri e lenti nell’apprendere. I Persiani sono dei veri capoccioni.

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