I gatti si guardano allo specchio, su pareti lucide o nei vetri della finestra. Ma i felini domestici sanno di essere l’immagine riflessa?

20 Aprile 2022 di Redazione

Se in Africa leoni, leopardi e tigri si specchiano nei ruscelli, a casa i gatti vedono la loro immagine riflessa allo specchio. Fino a oggi, la scienza non ha dimostrato che i felini domestici sono in grado di riconoscersi nelle pareti lucide. Di certo, la loro figura non li turba come potrebbe fare, invece, la vista di un altro micio, di un cane o di una sagoma “sconosciuta”.

I felini non “osservano” soltanto con gli occhi

Quando un uomo interagisce con l’ambiente circostante, utilizza prima la vista, poi l’udito e l’olfatto, infine il tatto. Nel mondo animale invece, gli occhi rappresentano una piccola parte del “kit” utile per guardare il mondo. Proprio per questo i gatti percepiscono la realtà attraverso quattro livelli di rappresentazione.

Il primo livello si basa sulla collocazione di una percezione nel tempo e nello spazio. Se da anni un micio pranza sempre alla stessa ora e nello stesso posto, fa un’associazione mentale tra il cibo, l’orario e il luogo del pasto.

Il secondo livello di rappresentazione si focalizza, invece, su similarità e differenze. Ed ecco perché il felino riconosce i suoi amici a quattro (o a due) zampe, distinguendoli dagli estranei. Avete mai notato come il gatto sia diffidente verso cuccioli o persone mai viste prima?

Il terzo livello è più astratto. Anche se il micio non sa di essere quello che noi chiamiamo “gatto”, è in grado di riconoscere ciò che “gatto” non è.

Il quarto livello di rappresentazione si basa, infine, su una deduzione elementare. Se il felino convive con altri cuccioli, riesce a farsi incoronare capo, così da fare emergere il suo ruolo tra le mura domestiche.

gatti allo specchio

Il test di riconoscimento di sé

Era il 1970 quando lo psicologo americano, Gordon Gallup, elaborò il test di riconoscimento allo specchio. Lo staff dell’etologo aveva disegnato un segno colorato e inodore sul corpo di un animale oggetto dello studio. I ricercatori avevano messo poi il pet davanti a uno specchio. Se il cucciolo toccava il puntino su se stesso e non sulla superficie riflettente si riconosceva nell’immagine, avendo consapevolezza di sé. Fino a oggi, gli animali che hanno affrontato positivamente il test sono stati scimmie, tursiopi, orche, elefanti, gazze e cavalli. Al contrario, Fido e Micio non hanno superato l’esperimento.

L’osservazione dei gatti allo specchio offre però interessanti spunti di riflessione. Già, perché i cuccioli di quattro o cinque settimane di vita “chiedono” alla loro figura di giocare. Anche se il comportamento svanisce con la crescita, alcuni giovani felini continuano a trascorrere una decina di minuti a osservarsi, senza reagire. Che siano un po’ egocentrici e narcisisti? No, gli eleganti psicologi a quattro zampe sanno che l’immagine non è reale, sebbene la percepiscano come una parte di loro stessi.

gatti allo specchio

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