Può capitare che un gatto adulto smetta di miagolare. Le cause possono essere psicologiche o fisiche. A volte non c'è da preoccuparsi, ma è sempre meglio non sottovalutare la cosa.

10 Settembre 2020 di Chiara Pedrocchi

Il miagolio è uno dei modi utilizzati dal gatto per esprimersi, insieme alle fusa, al linguaggio corporeo e agli sbuffi. Accade però che un gatto non miagoli: vediamone insieme le motivazioni.

Per cominciare, bisogna sapere che nei primi mesi di vita molti gatti non miagolano,  trovando altri modi per farsi capire da mamma e fratelli. Desmond Morris, rinomato zoologo, sostiene che il miagolio faccia parte del modo di interagire con gli umani e che questo i gatti lo imparino crescendo: infatti, non viene usato nelle relazioni feline. Proprio per tale motivo i gatti selvatici non miagolano affatto.

Tuttavia, se da adulto il nostro gatto non miagola, è lecito chiedersi se ci sia un problema e se ci si debba preoccupare. Le cause di questo fenomeno possono essere di natura fisica o psicologica.

Cause fisiche

In alcuni casi può trattarsi di malattie anche gravi: per questo è necessario rivolgersi a un veterinario per un consulto e per valutare insieme come agire. Sicuramente si possono prendere delle precauzioni, come le vaccinazioni regolari, per prevenire queste malattie. Ecco alcuni problemi che potrebbero impedire al nostro gatto il miagolio:

Raucedine

Questa è dovuta a malattie del sistema respiratorio. Di solito si tratta di semplice raffreddore, ma talvolta si ha a che fare con malattie più serie.

Laringite felina

È un’infiammazione della laringe dovuta a un’infezione del sistema respiratorio o irritazione dovuta a eccessivo miagolio. I sintomi sono tosse, salivazione eccessiva e nausea.

Infezione respiratoria

Le cause delle infezioni respiratorie sono l’esposizione al freddo intenso, l’inalazione di gas nocivi o l’esposizione a un virus presenti in alcuni cibi o nell’ambiente.
Le infezioni respiratorie che colpiscono maggiormente i gatti sono la rinotracheite felina e il calicivirus felino. I sintomi sono caratterizzati da una frequente tosse, perdita di appetito, apatia, febbre e secrezione di muco.

La rinotracheite felina, causata dall’herpesvirus del gatto o FHV-1, si previene grazie a una vaccinazione obbligatoria. Importanti sono anche i richiami: in caso di dimenticanza bisogna ricominciare il protocollo da capo!

Bronchite felina

Si tratta di un problema che colpisce direttamente i bronchi, riduce l’ossigenazione del corpo e può causare un’eccessiva infiammazione della trachea. Ha sintomi come letargia, febbre, lacrimazione, difficoltà a respirare, mucose pallide e scarico oculare e nasale.

Calicivirosi felina

È una delle malattie infettive più frequenti nel gatto, provocata dal “Calicivirus”. Questo virus si posiziona nell’apparato respiratorio, dalla trachea fino a bronchi e polmoni, dando sintomi molto simili a quelli del raffreddore, come tosse, starnuti e scolo nasale.

Per la calcivirosi felina, così come per la rinotracheite felina e per la panlecopenia, il vaccino è obbligatorio. 

Cause psicologiche

I gatti possono essere stressati, e questo può influire sul loro miagolio. Tra le ragioni più frequenti c’è l’arrivo di un nuovo membro in casa, lo spostamento da un luogo all’altro, l’eccessiva immobilità e la solitudine. I gatti, inoltre, possono sentirsi tesi a causa della paura: tra le cause di questo sentimento potrebbero esserci la presenza di un cane aggressivo, una situazione di violenza fisica o anche odori fastidiosi. Il gatto, per tutta risposta, si chiude in se stesso, e lo manifesta riducendo il miagolio. Infine, potrebbe aver smesso di miagolare perché sgridato in passato per aver miagolato troppo.

In ogni caso, è necessario anche ricordare che esistono razze note per i loro miagolii emessi in modo dolce, lento e quasi impercettibile, come il Gatto esotico, l’Avana e il Bengalese.

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