Corsa contro il tempo per Tommy, il cane separato dal suo padrone
È iniziata la corsa contro il tempo per salvare Tommy, anziano meticcio gravemente malato che sta morendo separato dal suo padrone che è ospite di una residenza sanitaria che non accetta animali.
La direttrice del canile di Pontetetto dove è rinchiuso Tommy ha lanciato un appello disperato “Lasciamo morire Tommy accanto al suo padrone”.
L’appello ha raggiunto migliaia di persone ma non è servito a fare cambiare idea alla direzione della casa di riposo che continua a negare questa possibilità al povero Tommy e al suo padrone, senza un giustificato motivo. E difatti dinanzi il rifiuto di poter far entrare Tommy in corsia per questioni igieniche, è stato proposto dai responsabili del canile di poter far alloggiare Tommy nel giardino della casa di cura, solo per qualche giorno e in attesa del suo trapasso. Anche questa possibilità è stata scartata a priori dal direttore della residenza di cura.
Un ultimo tentativo disperato è stato messo in opera Marta Barresi: promuovere una raccolta firme, a partire dal primo pomeriggio di oggi, alla clinica veterinaria San Concordio. “Ho letto la storia di Tommy ed è impossibile non rimanere toccati di fronte a una vicenda così triste. Il cane sta malissimo, purtroppo non ne avrà per molto, dobbiamo fare tutti qualcosa per regalargli un’ultima gioia e dargli la possibilità di trascorrere le sue ultime ore di vita a fianco del padrone. Accanirsi nel dire di no, solamente per un cavillo burocratico, è crudele. Da chi gestisce strutture che accolgono gli anziani soli, come quella di Marlia, ci aspetterebbe un po’ più di sensibilità e invece…“.
L”iniziativa è supportata anche dallo staff della clinica veterinaria La Fenice di Porcari, dove Tommy è stato ricoverato dall’insorgenza di quella patologia cardiaca purtroppo incurabile e che inevitabilmente lo porterà alla morte, nel giro di pochi giorni: “Quando è arrivato qui era in condizioni estreme. La nostra equipe ha fatto un miracolo ma al di là degli aspetti medici è stata la vicenda umana a coinvolgerci tutti. Tifiamo per tutti perché Tommy possa almeno rivedere il suo padrone un’ultima volta e siamo pronti a firmare la petizione: la miglior terapia per un cane in queste condizioni è l’affetto delle persone care” racconta il direttore sanitario de La Fenice, il dottor Roberto Ceccarelli.
Ci aspettiamo che la casa di cura di Marlia possa camabiare idea prima che per Tommy non ci sia più nulla da fare; è il minimo aspettarsi un minimo di comprensione da parte di una struttura che si occupa di persone anziane, indifese, alle quali la compagnia del proprio animale altro non può fare che migliorare i loro ultimi anni di vita.
Ricordiamo che la Svizzera è il paese che per primo ha permesso agli anziani di portare il proprio animale da compagnia all’interno delle case di riposo osservando che è fondamentale per gli anziani non separarsi dai loro animali domestici; gli animali danno gioia agli ospiti anziani e costituiscono per loro un diversivo.