Che gli animali e il pallone rappresentino le più grandi passioni degli italiani è ormai cosa nota. Ed ecco perché la collisione tra questi due mondi è diventata l’occasione per promuovere le adozioni dei cuccioli rinchiusi in canile. L’Ente Nazionale Protezione Animali (ENPA) non è sceso in campo per disputare un’amichevole di calcio, bensì per sostenere la cultura del rispetto verso i nostri amici a quattro zampe. L’alleanza tra animalisti e sportivi è stata ufficializzata dopo un incontro tra la Presidente Nazionale dell’ENPA, Carla Rocchi, e il Presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC), Gabriele Gravina.
Ed è stato proprio il numero uno della FIGC a inviare una comunicazione a tutti i presidenti delle leghe calcio italiane: poco prima del fischio di inizio delle partite si può prendere la parola per ribadire l’importanza dei diritti degli animali. Tra i primi a raccogliere l’invito, il Presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli, che ha inviato, a sua volta, una lettera a tutte le squadre della serie C, mettendo nero su bianco come i cani riescano perfino a salvare vite umane.
Intanto, la collaborazione tra ENPA e FIGC comincia a dare i suoi frutti. Proprio domenica scorsa la Fermana è stata l’ultima squadra a essere scesa in campo con cinque cuccioli in attesa di una nuova famiglia. Già nelle scorse settimane, la Feralpisalò aveva adottato Leo, uno sfortunato Setter di dieci anni, che stava per essere ucciso dai suoi ex proprietari. La colpa? Essere diventato troppo “vecchio” per le battute di caccia.
Più pet-friendly, più calciofili
Il nostro Paese, che è sempre più pet-friendly, è anche appassionato di fuorigioco e rigori. Il “Rapporto Italia Eurispes 2021” ha sottolineato che i nostri connazionali conviventi con un animale domestico rappresentano il 40,2% della popolazione. Secondo un’indagine demoscopica di StageUp e Ipsos, i tifosi di calcio sono, invece, ben 25 milioni di italiani.