Anche per il COVID-19, i nostri cani si confermano degli eccellenti detective a quattro zampe. Recenti studi ci dimostrano il perché.

1 Giugno 2021 di Andrea Bianchi

I cani sono dotati di un olfatto incredibile, lo sappiamo, e ora è assodato che, oltre a riconoscere tumori e altre malattie, sono anche in grado di fiutare i positivi al Covid-19. Un recente studio ha confermato che i cani si confermano dei veri e propri detective e riescono a rilevare la presenza di Covid-19 negli esseri umani meglio di molti test rapidi.

Dati incoraggianti

La ricerca ha coinvolto più di 300 volontari di età compresa tra i 6 e i 76 anni, oltre a 9 cani provenienti dagli Emirati Arabi Uniti e addestrati dai Vigili del Fuoco francesi. A ogni partecipante, presentatosi per un test PCR nell’ospedale di Parigi, è stato pressato un batuffolo di cotone sotto l’ascella per due minuti, sigillato poi in barattolo.

A questo punto, i cani hanno potuto annusare i campioni, lontano dai volontari e dai loro stessi proprietari i quali erano all’oscuro di quali individui fossero risultati positivi e quali negativi. Delle 355 persone che sono state sottoposte al tampone, 109 sono risultate positive. I risultati, hanno indicato che i cani sono stati in grado di percepire la positività con una precisione del 97%, mentre la negatività è stata individuata al 91%. Dati strabilianti che suggeriscono l’idea di utilizzare i cani per lo screening di massa in luoghi affollati come aeroporti, stazioni e sale da concerto-

Di contro, invece, i test rapidi identificano correttamente in media il 72% delle persone contagiate da Covid-19 manifestanti sintomi. Per gli asintomatici, la percentuale di identificazione scende al 58%, secondo una serie di 64 studi pubblicati su Cochrane.

Un grande aiuto nell’identificazione dei positivi

La prima sperimentazione di questo studio sui cani si è svolta tra marzo e aprile, organizzata dalla Scuola Veterinaria Nazionale Francese assieme all’unità di ricerca dell’ospedale Necker-Cochin di Parigi. “Questi primi risultati sono una conferma scientifica della capacità dei cani di rilevare la firma olfattiva del COVID-19“, affermano i ricercatori. I risultati sono eccellenti, ma ovviamente non s’intende che i cani possono sostituire i test rapidi. Sicuramente, però, possono fungere da indicatori per scoprire chi potrebbe aver bisogno di essere testato.

Tale pratica è già in atto in molti Paesi. I ricercatori di Regno Unito, Australia e Germania hanno tutti già sperimentato il metodo del “rilevamento canino”. Finlandia e Emirati Arabi Uniti, inoltre, l’anno scorso hanno avviato prove con cani da fiuto negli aeroporti internazionali di Helsinki e Dubai.

Aspettiamo di vedere presto i cani in azione anche nei nostri aereporti!

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