La Francia ha annunciato la graduale eliminazione di animali nei circhi, oltre che il proposito di non introdurre ulteriori orche e delfini negli acquari e di chiudere gli allevamenti di visoni d'America. E l'Italia?

1 Ottobre 2020 di Chiara Pedrocchi

Finalmente una buona notizia, ma purtroppo non per l’Italia: la Francia ha annunciato lo stop graduale alla presenza di animali nei circhi e di allevamenti di visoni d’America per le pellicce. Inoltre ha dichiarato che non verranno più introdotte orche e delfini nei tre grandi acquari del paese.

Il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto, ha dichiarato:

Un passo avanti verso una visione etica della convivenza uomo-animale. Sebbene si tratti di un’evoluzione graduale della legislazione dei circhi, dei delfinari e degli allevamenti dei animali da pelliccia, il ministro Pompili ha ben compreso che cattività e benessere animale sono termini antitetici.

Per quanto riguarda la situazione in Italia, Comparotto ha aggiunto:

Chiediamo al Governo italiano di prendere esempio e introdurre norme restrittive anche nel nostro Paese. La sensibilità nei confronti degli animali cresce sempre di più e le aspettative sono molte. La stragrande maggioranza degli italiani non vuole più circhi con gli animali e l’industria della pelliccia è in crisi. L’opinione pubblica sa che nei circhi, nei delfinari e negli allevamenti la fauna vive spesso in pessime condizioni igieniche e che lo stress che subisce è altissimo, costretta a un’angusta cattività e, nel caso di circhi e delfinari, a soggiacere anche a severi addestramenti. È ora di cambiare, e subito, anche in Italia.

“Al circo non va più nessuno, solo gli animali” è anche lo slogan di una campagna Oipa lanciata l’anno scorso per una petizione rivolta al governo contro l’utilizzo di animali nei circhi. Tra il 2010 e il 2015, infatti, il calo di interesse è evidente sia per quanto riguarda il numero di spettacoli (-11%), sia per l’afflusso di pubblico (-5%). È molto probabile che, negli ultimi cinque anni, col crescere della sensibilità nei confronti degli animali, le percentuali di affluenza agli spettacoli si siano ridotte ulteriormente. Dal 2017, inoltre, la Rai non ha più trasmesso spettacoli cicrcensi, e anche questo è indicativo della volontà degli italiani, di cui il 70% si dichiara contrario ai circhi con gli animali.

Il paradosso più evidente relativo a questa situazione, è legato al fatto che in Italia ci siano legislazioni rigide relative agli zoo (esplicitate nel D. Lgs n.73/2005), ma praticamente nessuna normativa per quanto riguarda i circhi.

Il Parlamento ha capito tutto ciò e alla fine del 2017 ha emanato una legge delega affidando al Governo l’emanazione, entro i successivi dodici mesi, di un codice dello spettacolo riformatore della disciplina in materia di teatro, prosa, musica, danza, spettacoli viaggianti e attività circensi. L’intervento sul circo era dunque previsto e, sicuramente, il meno prioritario: nel concreto non se n’è fatto praticamente nulla. Il 28 febbraio 2019, tuttavia, il Consiglio dei Ministri ha deliberato un disegno di legge delega in materia.

Ci auguriamo che anche i nostri politici comprendano il prima possibile la violenza che sta dietro alla presenza degli animali nei circhi, e si muovano attivamente per cambiare le cose. 

 

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