Il Venerdì 13 è da sempre considerato un giorno carico di superstizione. Nell’immaginario collettivo porta con sé presagi di sfortuna, coincidenze inquietanti, segnali da evitare. E se esistono simboli che più di altri incarnano questa fama oscura, due animali spiccano su tutti: il gatto nero e il pipistrello. Ma davvero meritano questa nomea? O, al contrario, è arrivato il momento di guardarli con occhi nuovi?
Dietro la paura irrazionale che ancora oggi li circonda, si nascondono due creature fondamentali per l’equilibrio dell’ambiente. Più che simboli di sfortuna, gatti neri e pipistrelli sono vittime di un racconto distorto. E proprio oggi, in un Venerdì 13 qualunque, possiamo iniziare a cambiarlo.
I gatti neri: vittime dell’estetica e del pregiudizio
La cattiva reputazione dei gatti neri affonda le radici nel Medioevo, quando venivano considerati alleati delle streghe, incarnazioni del demonio o messaggeri di cattivi presagi. In realtà, questi miti sono sopravvissuti molto più a lungo di quanto ci piaccia ammettere.
Ancora oggi, in molti rifugi e gattili, i gatti neri impiegano più tempo ad essere adottati rispetto ai loro simili di colore chiaro o tigrato. Una questione di superstizione, sì, ma anche di percezione estetica: spesso, si ritiene che siano “meno fotogenici” o più difficili da fotografare, un’idea figlia dell’era social.
Eppure chi ha la fortuna di vivere con un gatto nero sa che si tratta di animali straordinari. Eleganti, curiosi, intelligenti e spesso affettuosi, sfatano ogni stereotipo. In molte culture, come quella giapponese o scozzese, sono addirittura portatori di prosperità e fortuna. Il contrasto tra la leggenda e la realtà non potrebbe essere più evidente.
Il problema, però, non riguarda solo la credenza popolare, ma le sue conseguenze pratiche: i gatti neri vengono scartati, ignorati, dimenticati. Riscattarli significa anche combattere una forma più sottile ma concreta di discriminazione animale.

I pipistrelli: silenziosi difensori dell’ecosistema
Anche i pipistrelli, spesso protagonisti di leggende oscure e film horror, soffrono di un’immagine distorta. Considerati inquietanti, a volte persino pericolosi, vengono associati alla notte, ai vampiri e alle malattie. Il recente collegamento – spesso fuorviante – con il COVID-19 ha solo accentuato questi timori, alimentando diffidenza e ostilità nei loro confronti.
La realtà è ben diversa. I pipistrelli svolgono un ruolo cruciale nella salute degli ecosistemi. Alcune specie, come quelle più comuni in Italia, si nutrono di insetti nocivi per l’uomo e per le coltivazioni, contribuendo a contenere naturalmente la presenza di zanzare e parassiti. In altre parti del mondo, esistono pipistrelli impollinatori fondamentali per la sopravvivenza di determinate piante – come l’agave – e specie frugivore che aiutano a diffondere semi e rigenerare le foreste.
Nonostante questo, i pipistrelli sono oggi minacciati da molteplici fattori: la perdita di habitat, l’inquinamento luminoso, l’uso massiccio di pesticidi, e la disinformazione. La paura non giustificata verso di loro ha portato, in alcuni casi, perfino a campagne di sterminio. In realtà, convivere con i pipistrelli è non solo possibile, ma anche auspicabile: accoglierli nel nostro ambiente significa arricchirlo.
Festeggiare Venerdì 13… in modo diverso
Venerdì 13 è l’occasione perfetta per ribaltare un vecchio copione. Invece di lasciarci guidare da leggende antiche, possiamo usarlo come un momento per celebrare chi è stato per troppo tempo frainteso. Gatti neri e pipistrelli non portano sfortuna. Portano equilibrio, eleganza, utilità. Ci aiutano – ciascuno a modo suo – a mantenere viva la biodiversità, a tenere sotto controllo parassiti e a preservare la varietà vegetale.
Cambiare narrazione significa anche agire: scegliere di adottare un gatto nero, partecipare ad attività di tutela ambientale, sostenere chi lavora per proteggere i pipistrelli, o semplicemente informarsi. Ogni gesto, anche piccolo, contribuisce a ridare dignità a queste creature.