Tre mesi fa un allevamento a Trecastelli è stato posto sotto sequestro. Tuttavia, all'interno ci sono circa 600 cani in condizioni tragiche.

29 Aprile 2021 di Ilaria Aceto

Lo denunciano diverse associazioni animaliste tra cui LNDC Animal Protection, Enpa, LAV e Oipa: la situazione dei cani presenti nell’allevamento di Trecastelli (AN) a tre mesi dal sequestro è ancora drammatica. Oltre 600 cani infatti si trovano ancora detenuti nell’allevamento Itshow Kennel By Amico Cane, mentre cibo, cucce, medicinali, antiparassitari e perfino veterinari e volontari non sono sufficienti.

L’allevamento di Trecastelli è diventato un focolaio di brucellosi canina, ma i cani che si trovano qui non dispongono di misure adeguate per contrastarla. Sono ammassati in box troppo piccoli per contenerli, stipati a decine in spazi da poco più di un metro quadrato. Cani a pelo lungo costretti a vivere nei propri escrementi, finché non compaiono piaghe da decubito. Altri che devono vivere insieme a altri 3 o 4 soggetti nello stesso trasportino, arrivando a mordersi a vicenda. Il tutto senza considerare l’insufficienza di veterinari e volontari presenti sul luogo.

Ma l’incubo dei cani ancora rinchiusi nell’allevamento di Trecastelli non finisce qui. Come afferma il sindaco del comune, infatti, le risorse economiche stanziate per l’accudimento degli animali in questione termineranno a inizio giugno. Sono necessari nuovi fondi, ma le associazioni propongono anche di elaborare un protocollo efficiente per la gestione in sicurezza dei cani, con l’obiettivo di affidare o ospitare in strutture adeguate quelli sani, prestando nel frattempo cure e assistenza a quelli malati. 

Insomma, da un lato bisogna accelerare i protocolli di adozione, in modo da garantire ai cani sani una serena vita in famiglia, alleggerendo al contempo l’allevamento. Ricordiamo che le famiglie già iscritte in lista d’attesa per accogliere uno di questi cani sono più di cinquemila. D’altra parte, è necessario garantire condizioni di vita adeguate agli esemplari finché rimarranno nel centro.

Le proposte? Riorganizzare la gestione dei cani, tenendo conto dell’infezione da Brucella canis (lo spostamento degli animali negativi in un’altra struttura va troppo a rilento); velocizzare i prelievi e testare quanti più cani possibili partendo nell’immediato almeno dai cuccioli; sterilizzare a tappeto tutte le femmine presenti nella struttura. Inoltre, si auspica la presenza di veterinari fissi all’interno della struttura, poiché i cani hanno bisogno di assistenza continua. Indispensabili, poi, i container già messi a disposizione dalla Protezione Civile per decongestionare la struttura e che però, ad oggi, non sono ancora arrivati.

La redazione si unisce alle richieste delle associazioni animaliste, nella speranza che i 600 cani ancora rinchiusi nell’allevamento di Trecastelli possano finalmente condurre una vita dignitosa, spensierata e in salute.

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