Un uomo è stato condannato alla reclusione per aver tagliato le orecchie e la coda al proprio cane. Finiranno mai questi episodi?

8 Ottobre 2020 di Chiara Pedrocchi

Un cittadino romano, proprietario di un Dobermann, è stato condannato a 8 mesi di reclusione per aver tagliato coda e orecchie al suo cane per “motivi estetici”.

A denunciarlo sono state le guardie zoofile dell’Oipa di Roma, dopo una serie di controlli durante una manifestazione canina nell’ambito dell’operazione Dirty Beauty (Bellezza sporca) condotta dagli agenti OipaLo scopo di quest’ultima era proprio l’opporsi a queste pratiche brutali, insensate e anacronistiche.

Claudio Locuratolo, coordinatore provinciale delle guardie zoofile Oipa di Roma, ha dichiarato:

Il proprietario del cane ha esibito certificati veterinari che le nostre indagini di polizia giudiziaria hanno dimostrato essere falsi. I molti controlli delle nostra guardie a livello nazionale hanno portato a oltre settanta denunce all’autorità giudiziaria, anche nei confronti di veterinari.

Le mutilazioni per fini estetici sono vietate dalla Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia di Strasburgo del 13 novembre 1987, ratificata dall’Italia con la legge n. 201/2010. Pertanto, tagliare coda e orecchie al proprio cane per motivi estetici è illegale, oltre che molto doloroso per l’animale. La caudotomia (mutilazione di coda) e conchectomia (mutilazione di orecchie) configurano il reato di  maltrattamento punito dall’art. 544 ter c.p., che prevede fino a 18 mesi di reclusione e una multa fino a 30 mila euro.

Claudio Locuratolo ha poi aggiunto:

Le federazioni nazionali ed internazionali per la cinofilia dovrebbero assumere posizioni più severe ed escludere dalle manifestazioni cani mutilati e gli Ordini dei medici veterinari dovrebbero essere meno indulgenti nei confronti dei propri iscritti. Sono già fissate molte altre udienze per rinvii a giudizio a seguito delle indagini e denunce dell’Oipa, a Roma e in altre città. Auspichiamo che la prevenzione e la repressione pongano fine a questa pratica incivile e fuorilegge.

Come Locuratolo, anche noi ci auguriamo che queste pratiche, vere e proprie ingiustizie gratuite ai danni degli animali, diventino presto nient’altro che un brutto ricordo lontano.

 

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