Chiamare per nome il gatto è importantissimo. Per esempio: «Ciao, Tom», «Ecco la pappa, Tom», «Ehi, Tom, ti va di essere spazzolato?» e così via.

19 Gennaio 2019 di Redazione

Chiamare per nome il gatto: risponderà al suono e al modo in cui lo pronunciamo

Chiamare per nome il gatto è importantissimo. Per esempio: «Ciao, Tom», «Ecco la pappa, Tom», «Ehi, Tom, ti va di essere spazzolato?» e così via. Il gatto risponderà al suono e al modo in cui lo pronunciamo. Usiamo toni affettuosi e non nominiamo il suo nome quando lo rimproveriamo, per non correre il rischio che lo associ a un sentimento negativo. A poco a poco imparerà a riconoscersi.

Non facciamogli associare il nome al cibo

All’inizio, forse sarà necessario ricorrere a qualche suono incoraggiante per indurlo ad avvicinarsi, soprattutto se è ancora un cucciolo. Scuotiamo una scatola del cibo che preferisce, oppure apriamo una scatoletta e chiamiamo per nome il gatto, ma poi badiamo a non fargli associare soltanto la pappa al nome… rovineremmo tutto.

Ogni volta che “risponde” accarezziamolo e vezzeggiamolo, in modo che il nostro amico associ la risposta al richiamo a un’esperienza positiva. A mano a mano che comincia a rispondere, proviamo a chiamarlo da altre stanze della casa e, non appena si presenta, copriamolo di  coccole perché si abitui ad associare la chiamata a un’esperienza molto positiva.

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