Per un attimo ci siamo illusi. Che paradossalmente dal Covid-19 fosse scaturito qualcosa di buono: la fine del festival di Yulin in Cina, ovvero la strage di cani e gatti che si ripete ogni anno (avevamo dato la bella notizia nel post Fine del massacro cinese di cani e gatti!). Iniziato tre giorni fa, invece, durerà ancora per una settimana. Eppure di recente, complice anche appunto la pandemia, le autorità cinesi governative e sanitarie avevano decretato che cani e gatti dovevano essere considerati animali domestici e non cibo. E tutti un po’, ingenuamente, avevamo creduto che finalmente questa mattanza orribile non aveva più senso di esistere.
Cos’è il Festival della carne di cane di Yulin
Il festival di Yulin in Cina è una macabra, orribile tradizione che prevede la vendita e la macellazione al momento di cani e gatti, spesso scuoiati ancora vivi, che la clientela sceglie direttamente dalle gabbie dove languono disperati nella sporcizia e nel terrore e assistendo alla morte crudele dei loro simili. I media trasmettono immagini degne di un film horror, cruente, abominevoli. Dalle bancarelle dei mercati di questo genere, serbatoi di infezioni, dovrebbe essere partito il virus Covid-19 che ha messo in ginocchio la popolazione e l’economia di tutto il mondo.
Nel mondo sono circa 30 milioni all’anno i cani uccisi per l’alimentazione umana, di cui oltre 10 milioni solo in Cina. Mangiare carne di cane ha un significato culturale in diversi Paesi dell’Asia orientale, dove molti consumatori sono convinti che abbia benefici sulla salute, mai dimostrati scientificamente.
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Festival di Yulin in Cina: ancora confermato
Le autorità cinesi, recentemente, avevano decretato che cani e gatti “sono animali domestici, non cibo”, vietandone così, di fatto anche se non esplicitamente, l’allevamento per il consumo e ovviamente l’uccisione a scopi alimentari. Ad aprile, Shenzhen è stata la prima metropoli in Cina, seguita da Zhuhai, a metterne ufficialmente fuori legge la vendita e il consumo di carne di cane, con multe salate per i ristoratori che la tengono nel menù e per chi la ordina. Poco prima, era già stata bandita la vendita e il consumo di carne di animali selvatici. Il provvedimento, inoltre, elenca le specie animali destinate legittimamente al consumo, che sono poi le stesse dell’Occidente: bovini, ovini, suini e pollame.
Ma la tradizione orrenda di allevare e uccidere crudelmente cani e gatti per farne cibo alla fine non è stata estirpata. Il festival della carne di cane di Yulin, nella povera provincia del Guanxi, in Cina, si è riconfermato anche quest’anno, in luoghi e con metodi di vendita però diversi.
Festival di Yulin in Cina 2020: cosa è cambiato
Il festival di Yulin 2020, infatti, non è stato abolito ma trasformato, forse per semplificare i controlli e la gestione di questa attività. Secondo gli animalisti che sono intervenuti sul posto per salvare cani e gatti dalle mani dei cinesi, la maggior parte delle bancarelle di carne di cane che negli anni scorsi erano sparse per la città ora sono raggruppate in un mercato all’aperto nella periferia di Yulin. Inoltre, sulle bancarelle, a differenza delle edizioni passate, si può trovare carne di cane già macellata e tagliata piuttosto che cani vivi da macellare su richiesta.
“È sconfortante constatare che neppure la dura lezione impartita dalla malattia serve a chiudere definitivamente con un’iniziativa barbara e orribile, condannata dal mondo intero e radicata in usi e costumi sempre più impopolari tra la stessa popolazione cinese – ha affermato Michela Vittoria Brambilla, presidente della Leidaa (Lega italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente) e rappresentante per l’Italia della World Dog Alliance, da sempre in prima linea contro il consumo e il commercio della carne di cane e di gatto-. Questa volta non solo gli animali rischiano di finire all’inferno: Yulin è un colossale wet market, come quello in cui si ritiene sia nata la pandemia, dove non vengono rispettate neppure le più elementari norme igieniche. Una ragione in più per continuare a batterci affinché la vergognosa strage di animali abbia fine”.
Pare che i visitatori del festival di Yulin di quest’anno siano molto pochi: le associazioni animaliste, ma anche i tanti cittadini cinesi che amano cani e gatti, sempre più numerosi per fortuna, si augurano che sia l’ultima edizione.