La relazione tra gatti e donne è un tema affascinante che da qualche tempo ha conquistato anche scienziati ed etologi. Le radici nell’antichità.

23 Dicembre 2018 di Redazione

La relazione tra gatti e donne è un tema affascinante che da qualche tempo ha conquistato anche scienziati ed etologi. Le radici di questa liaison affondano nell’antichità, nell’arte e nella letteratura. Oggi gli esperti stanno cercando di capire se davvero i gatti preferiscano la compagnia femminile. Pare che i movimenti aggraziati, propri del genere femminile, siano più graditi ai “felini”, come la dolcezza e una certa sensibilità.

La complicità tra i gatti e le donne è esaltata anche dai proverbi

In Germania, si usa dire che “chi ama i gatti, bella donna piglia”. Un altro detto recita: “gatto e donna in casa, uomo e cane fuori casa”, e gli antichi latini dicevano “il gatto si siede dove era seduta la donna”. Il famoso zoologo inglese Desmond Morris, propone una teoria interessante. Secondo lui i mici trovano più piacevole la voce femminile rispetto a quella maschile, perché è più acuta e quindi più simile alla loro. Per questa ragione “comunicativa” tenderebbero a preferire la compagnia di una donna, instaurando con lei un legame più forte.

Gatti e donne: un tema affrontato dalla psicanalisi

Anche la psicanalisi si è occupata del nesso tra gatti e donne. Sigmund Freud ha trattato il parallelismo donna – gatto nelle sue teorie sul narcisismo. La tesi dello psicanalista è molto complessa, ma a grandi linee Freud attribuì l’attrazione degli uomini per le donne narcisiste al fatto che essi, durante la crescita, per motivi imposti dalla società, hanno dovuto rinunciare all’amore di sé; la sua teoria era che le donne restassero oggetto d’amore proprio perché conservavano il narcisismo. Il fascino dei gatti, per il fondatore della psicanalisi, è riconducibile alla stessa ragione.

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