Oggi si è inclini a pensare che giocare sia per i gatti una sorta di ginnastica, un modo estroso di sgranchirsi ossa e muscoli e tenere allenati intelletto

13 Giugno 2019 di Redazione

Agguati e salti dei gatti: finalizzati alla caccia?

Per molto tempo si è creduto che gli agguati, i salti e i versi del gatto fossero finalizzati alla caccia e che la caccia, a sua volta, fosse mirata al fabbisogno. Non è così. In realtà, ai gatti piace giocare. E sono creativi nel farlo. Sembra banale? Beh, non lo è affatto. Perché il gioco è la cosa più “umana” a cui si possa pensare. Basta ragionarci un poco.

Animali allo stato brado che devono procacciare cibo per sé e per i cuccioli, magari in condizioni climatiche avverse, come possono avere tempo ed energie per giocare?

La “stravaganza comportamentale” o meglio, il gioco del gatto

Quali altri animali “perdono” tempo così? Quali uccidono una preda e poi la lasciano lì? O la fanno scappare perché si sono annoiati di cacciarla? Nessuno, tranne i gatti. Gli etologi la chiamano “stravaganza comportamentale”.

Oggi si è inclini a pensare che giocare sia per i gatti una sorta di ginnastica, un modo estroso di sgranchirsi ossa e muscoli e tenere allenati intelletto e cinque sensi, una sorta di sudoku felino in cui si esprimono all’infinito e in maniera talvolta incredibile. I gatti non finiranno mai di stupirci…

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