Punire un gatto perché ci ha fatto un dispetto è assolutamente insensato. Nei suoi meccanismi di apprendimento il concetto di punizione è difficile

2 Dicembre 2019 di Redazione

Cose da non fare: punire il gatto!

Punire un gatto perché ci ha fatto un dispetto è assolutamente insensato. Nei suoi complessi meccanismi di apprendimento il concetto di punizione è difficile da formulare. Non essendo un animale che vive in branco, il gatto, non riconosce l’autorità di un capo e valuta chi gli sta intorno come suo pari, amico o nemico.

Togliamoci dalla testa che il concetto di “autorità padronale” possa essere elaborato da un gatto o da un cane. Detto questo, il massimo che possiamo fare è punirlo con un colpo improvviso che lo spaventi, ma solo se lo cogliamo sul fatto.

È giusto punire gatto che morde?

Punire il gatto che morde è completamente inutile poiché il gatto non sarà in grado di associare la nostra reazione al danno causato tempo prima. Inutile colpirlo fisicamente perché difficilmente riusciremmo a fargli male: un colpo forte come un giornale battuto sul tavolo o un urlo deciso oppure un lieve spruzzo d’acqua possono essere la via più proficua, nella speranza che nel suo cervellino scatti il meccanismo “tocco la statuetta – parte il colpo”.

Ottimale sarebbe infliggere queste “punizioni” senza farsi vedere dal gatto affinché non associ una situazione spiacevole alla nostra presenza fisica. Proprio in questo caso si svilupperebbe un’associazione mentale che noi valuteremmo indebitamente come “broncio post punizione”, quando invece si tratterebbe solamente di “debita distanza” da un possibile pericolo.

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