Nell’Oasi di Busatello centinaia di animali sono morti a causa di mais avvelenato ad opera di un agricoltore per tenere lontane le nutrie.

20 Gennaio 2021 di Chiara Pedrocchi

Centinaia di corpi di animali morti sono stati ritrovati nell’Oasi di Busatello e nei dintorni, al confine tra la provincia di Verona e il Mantovano. Quello che è successo è davvero drammatico: una vera strage di nutrie, cicogne, anatre, altri uccelli di varie specie, lepri, aironi e gallinelle d’acqua causata da quintali di mais avvelenato sparsi su tre ettari di terreno da un agricoltore, a quanto pare. 

Mentre si sta cercando di bonificare e mettere in sicurezza il terreno, sembra che le forze dell’ordine abbiano già individuato il responsabile, un agricoltore del posto, appunto.

In relazione a questo episodio terribile, Romano Giovannoni, coordinatore regionale Enpa del Veneto, ha affermato:

Si tratta di un atto criminale premeditato, l’uomo a quanto pare voleva colpire le nutrie per non farle avvicinare ai suoi terreni. Un comportamento di una gravità inaudita che ha come risultato una spirale di morte di centinaia di animali e che probabilmente non si fermerà a quelli ritrovati senza vita oggi. Un gesto omicida che è ancora più inaccettabile se pensiamo che gli strumenti per una concreta convivenza con gli animali esistono eccome, basti pensare ai dissuasori ad ultrasuoni.

Lo stesso Giovannoni ha poi aggiunto:

Invece, ancora una volta, si sceglie la strada del veleno senza minimamente curarsi delle gravissime conseguenze che comporta! Gli animali, purtroppo, affamati a causa del clima particolarmente difficile di questi giorni, hanno mangiato il mais in quantità. Confidiamo nel lavoro delle Forze dell’Ordine e delle Asl competenti per far emergere tutte le responsabilità. L’autore o gli autori di questa strage non devono restare impuniti!

Un atto del genere non può che provocare un dolore e un’indignazione profonda, poiché denota una totale assenza di rispetto della natura e degli animali che condividono con noi questa Terra. Non si può che augurarsi che eventi del genere si verifichino sempre più raramente, ma perché ciò accada urge chiaramente un cambiamento profondo di mentalità da parte dell’essere umano.

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