Il rapporto affettivo tra uomo e felino si è sviluppato circa 4000 anni fa: anche se questo potrebbe sembrare un periodo sufficiente affinché una specie si adatti completamente alle crescenti richieste sociali, non è il caso dei gatti. I gatti domestici, infatti, mostrano una divergenza genetica relativamente modesta rispetto ai loro antenati, il che significa che il loro cervello è probabilmente ancora formato in modo tale da pensare come un gatto selvatico.
I gatti selvatici vivono una vita solitaria e investono molto tempo ed energie comunicando indirettamente – tramite messaggi visivi e chimici – solo per evitare di doversi vedere.
Al contrario, gli uomini sono “animali sociali”, molto portati al contatto al fine di dimostrarsi affetto a vicenda. Perciò, spesso la reazione iniziale di chi vede un gatto è quella di volerlo stringere e accarezzare, indipendentemente dalla sua volontà.
Per quanto ad alcuni piaccia essere toccati, il momento buono per i gatti per imparare ad apprezzare il contatto umano è solo tra i due e i sette anni di vita. In questo tipo di interazione, anche le caratteristiche dell’essere umano sono molto importanti: la reazione del gatto dipende dal nostro sesso, dalla nostra personalità, da quali zone tocchiamo e da come lo maneggiamo.
La chiave del successo? Far scegliere tutto al gatto, dalla parte del corpo da toccare all’intensità e la durata di questa carezza. Per quanto saremmo portati ad esagerare spesso e volentieri, dobbiamo ricordarci che se è il gatto a scegliere, il rapporto sarà necessariamente di qualità maggiore rispetto a uno in cui è l’uomo a imporsi.
È anche molto importante prestare attenzione al comportamento e alla postura del gatto durante questi momenti, per assicurarsi che sia a suo agio. Quando si tratta di contatto fisico è meglio non esagerare. Va da sé che questa regola non vale durante la manipolazione veterinaria, ma durante gli incontri più rilassati con le persone.
Come linea generale, i gatti più amichevoli apprezzeranno essere coccolati nelle regioni in cui si trovano le loro ghiandole facciali, compresa la base delle orecchie, sotto il mento e intorno alle guance. Questi luoghi sono generalmente preferiti ad aree come la pancia, la schiena e la base della coda.
Infine, la rivista Live Science elenca i segnali che il gatto lancia all’uomo per fargli capire se apprezza il contatto fisico:
Segnali di benessere:
• Coda in posizione verticale e scelta di iniziare il contatto;
• Il gatto fa le fusa e “impasta” con le zampe anteriori;
• Mantiene una postura e un’espressione del viso rilassata, con orecchie dritte e puntate in avanti;
• Ci dà un colpetto qualora ci fermassimo mentre lo accarezziamo.
Segni di tensione:
• Testa girata dall’altro lato;
• Passività totale;
• Il gatto sbatte le palpebre esageratamente, scuote la testa o il corpo o si lecca il naso;
• Contrae il pelo lungo la schiena;
• Muove velocemente la coda;
• Appiattisce le orecchie ai lati o le ruota verso l’interno;
• Gira la testa in maniera brusca e improvvisa per affrontarci;
• Ci morde la mano o la colpisce con la zampa.