Coloro che hanno pensato sempre all’equazione “vibrisse = gatto” potrebbero restare delusi e spiazzati. Sì, perché questi speciali “baffi” non sono un’esclusiva dei felini domestici più amati, bensì una caratteristica fisica di altri mammiferi amici dell’uomo, come i cani.
Le vibrisse sono il “sesto senso” dei quattro zampe
Le vibrisse, che sono localizzate soprattutto sul muso del cucciolo, sono un vero e proprio “sesto senso” per i nostri amici a quattro zampe. I lunghi “baffetti”, che sono più rigidi e spessi di un pelo normale, sono formati da due elementi: una base, cioè una radice, e uno stelo di forma cilindrica con una terminazione appuntita. Le vibrisse, così come il tartufo, costituiscono, dunque, gli organi della sensibilità tattile del cane.
Oltre a essere ben vascolarizzati, questi “sensori” aiutano l’animale a interagire con l’ambiente, a conoscerlo, a muoversi al buio, a esprimere emozioni e a intuire consistenza e forma di oggetti. Anche il quattro zampe più dormiglione riesce a captare ogni singolo movimento mentre sta dormendo, così come l’avvicinarsi dei suoi coinquilini o, peggio, di estranei! Proprio per questo i “baffi” canini non devono mai essere spuntati: tagliarli significherebbe, infatti, privare il cucciolo di un “radar” funzionale al suo equilibrio psicofisico.