Ecco a voi Bunny, il prodigio a quattro zampe! La storia del "cane parlante" ha incuriosito il mondo e suscitato l'interesse dei ricercatori.

31 Maggio 2021 di Andrea Bianchi

Il New York Times ha raccontato una storia quantomeno peculiare: quella di Alexis Devine e del suo cane Bunny. I due, ogni giorno, trascorrono ore in salotto a… parlare. Avete letto bene! Pare infatti che Bunny sia in grado di rispondere “parlando” a sua volta. Vediamo un po’ come fa!

La storia di Bunny

Grazie a un innovativo tappetino composto da bottoni che emettono una serie di suoni pre-registrati, a Bunny basta premere uno di questi pulsanti per esprimere ciò che vorrebbe dire. In uno dei suoi video su TikTok, per esempio, si nota come il cucciolo prema tre pulsanti per formare la frase “More, scritches, now” ovvero “Più, grattini, ora”. Un sistema e un risultato a dir poco geniali! Tale capacità di Bunny ha riscosso molto successo sui social. La sua pagina di TikTok (@whataboutbunny) infatti ha all’incirca 5 milioni di follower e centinaia di migliaia di like su ogni video! I commenti più frequenti che Devine si trova a visualizzare quotidianamente riguardano, ovviamente, il talento del suo cane ma ci sono anche moltissime domande. La più frequente è anche la più scettica: Bunny sta davvero “parlando” o è solo casualità?

Per rispondere, dobbiamo ripercorrere la storia di Bunny dall’inizio. Devine, infatti, non è stata la prima persona a comunicare in questo modo con un animale. Infatti, precedentemente, la logopedista Christina Hunger aveva insegnato al suo cane Stella ad utilizzare una lavagna piena di pulsanti con termini pre-registrati. Questo particolare oggetto è utilizzato solitamente dalle persone non verbali per comunicare senza parlare. Dunque, Devine si è lasciata ispirare dal lavoro della Hunger e ha introdotto questo strumento nella vita di Bunny fin da cucciolo. Ora ha 15 mesi e il suo linguaggio si è parecchio espanso: ad aprile Devine ha dichiarato che Bunny era in grado di pronunciare ben 92 parole!



Ispirati dai video di Bunny, i ricercatori del Comparative Cognition Lab alla Universita della California di San Diego stanno cercando di capire di più di questo incredibile fenomeno. Hanno avviato una ricerca che prevede circa 700 partecipanti, inclusi gatti e persino cavalli. Si tratta di uno studio “casalingo”: ai proprietari degli animali vengono inviate delle istruzioni su come impostare i pulsanti e viene chiesto di inviare ai laboratori un video che mostra l’utilizzo di questi strumenti. La speranza è quella di determinare scientificamente se i cani, e in generale alcuni animali, possano davvero comunicare attraverso sistemi artificiali come questo.

Una delle prime cose osservate dai ricercatori è la velocità con cui i cani imparano ad utilizzare i pulsanti. Infatti, sembra che riescano ad associare molto velocemente il pulsante “fuori” con l’atto di uscire di casa per una passeggiata. Inoltre, recentemente sono stati introdotti termini “temporali” (“mattina”, “sera”, “ieri”, “domani”) per capire se anche i nostri amici a quattro zampe hanno un concetto di tempo simile al nostro. La speranza dei ricercatori è che con un ampio numero di partecipanti, si possa tracciare connessioni tra fattori come la razza o l’età con la velocità di apprendimento. Il prossimo passo, previsto per l’inverno 2021, è quello di inviare ricercatori direttamente nelle case degli animali per condurre esperimenti più da vicino.

Un caso non isolato

Del resto, Bunny non è l’unico prodigio a quattro zampe: ricordiamo ad esempio Chaser, il cane che ricordava i nomi di oltre 1000 oggetti. Non solo cani però: ci sono infatti esemplari famosi di primati come Kanzi, il bonobo che ha memorizzato centinaia di simboli attraverso una tastiera speciale. Ma anche Clever Hans, il cavallo che sembrava essere in grado di fornire risposte a semplici domande di matematica attraverso gli zoccoli. In realtà, dopo varie ricerche, si è scoperto che Hans non stava calcolando un risultato ma riusciva a percepire sottili indizi che lo aiutavano a capire quando smettere di battere con la gamba. Un risultato che, anche se fuorviante, risulta altrettanto straordinario e ha consentito alla ricerca di fare ulteriori passi avanti.

Che dire dunque? I nostri amici a quattro zampe non smettono mai di stupirci!

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