Se hai un cane difficile e non sai come gestirlo e comportarti con lui in questo articolo puoi trovare alcuni consigli utili.

23 Agosto 2024 di Letizia

Il rapporto con il nostro cane è qualcosa di molto intimo e profondo, costruito da attimi e convivenza. Noi e lui viviamo insieme la quotidianità, dividiamo gioie e dolori, e tra noi si sviluppa un sentimento reciproco di fiducia e amore molto intenso.

Purtroppo a volte i nostri cani manifestano comportamenti indesiderati che possono risultare fastidiosi nella quotidianità, o rivelarsi davvero pericolosi. È quindi importante agire per gestire queste situazioni. Per fare ciò sarà fondamentale risalire alla genesi di un comportamento difficile, per aiutare il nostro cane a vivere una quotidianità migliore.

Per prima cosa bisogna comprendere cosa si intende per “cane difficile”, una definizione molto approssimativa quando c’è da capire la personalità di un cane. Sentiamo spesso dire “carattere forte”, “cane testardo”, “esigente”, “dominante”… Tanti aggettivi che vengono usati a sproposito il più delle volte, perché si cerca di umanizzare il mondo canino che, in realtà, segue molte meno regole di quello umano.

Un cane difficile, solitamente, nel tempo, manifesta comportamenti indesiderati che influenzeranno il suo benessere. Possono risultare fastidiosi per i membri della famiglia, ma possono anche creare situazioni pericolose (incidenti, morsi e così via); per questo è importante notare red flags comportamentali il prima possibile.

Possiamo dire che un cane “difficile” potrebbe essere: distruttivo, iperattivo, poco socievole, ladro, aggressivo… Nulla vieta che possa avere anche più di uno di questi comportamenti.

Quello che dobbiamo fare è domandarci se questo atteggiamento è sempre esistito, oppure se questo comportamento è comparso all’improvviso. In quest’ultimo caso è utile ricercare la causa dello sconvolgimento: cambiamenti nella routine (trasloco, nuovo membro della famiglia, cambiamenti di orari…), una malattia o addirittura un incidente.

Impariamo a capire meglio il cane

Per gestire un cane difficile e riuscire ad addestrarlo, bisogna prima capirlo. Abbiamo troppa tendenza ad attribuire comportamenti umani ai nostri animali domestici. “Geloso, possessivo, dispettoso, meschino, testardo” sono tutte parole che non sono adatte ai nostri cani. Questo si chiama antropomorfismo. 

L’esempio più classico di antropomorfismo è dato dal fatto che molti sostengono che Fido sia geloso quando abbiamo atteggiamenti affettuosi con il partner e cerca di separarci. Nulla di più sbagliato. Nel mondo canino, non esistono i baci e gli abbracci.

Fido tollera queste effusioni che fanno i primati, perché vive con noi dalla notte dei tempi. Quando nota effusioni tra noi e il partner, non le capisce – per lui potrebbe essere un attacco, un momento di discordia nella dinamica del branco – ed interviene come “pacificatore” per sedare quello che nella sua mente è un litigio, non per gelosia.

Gestire un cane difficile – Amicidicasa.it

Per comprendere meglio il nostro cane è innanzitutto importante arrivare a comprendere il suo linguaggio. Fido adotta mezzi di comunicazione per trasmettere messaggi tra pari ed esprimere determinate emozioni. Questi includono, ad esempio, sbadigliare, voltare la testa, leccarsi il naso, strizzare gli occhi, grugnire, assumere determinate posizioni…

In certi contesti, questi atteggiamenti possono manifestare disagio e stress: è particolarmente utile saperli identificare. Ciò consente, per esempio, di interrompere una sessione educativa che sembra troppo lunga per l’animale, di evitare un luogo che sembra angosciarlo o prevenire il rischio di morsi.

Per esempio, non è raro vedere un cane sbadigliare quando si cerca di farlo posare per una foto: in certi casi si tratta di un segnale calmante che riflette una situazione spiacevole per l’animale. Saper analizzare il comportamento di un cane, implica anche tener conto del suo temperamento.

La razza influenzerà la personalità: un cane da pastore, per esempio, sarà molto dinamico e attivo, mentre un Bulldog francese sarà più calmo. Ovviamente il temperamento dipenderà anche da altri fattori, come lo svezzamento, la socializzazione, l’educazione, eventuali traumi passati e l’ambiente in cui si vive.

Identificare i trigger

Per sperare di limitare i comportamenti indesiderati è fondamentale capire cosa li scateni. Un temporale, fuochi d’artificio o petardi possono causare paura che porterà alla fuga o ad una reazione aggressiva. Una mancanza di stimoli può generare frustrazione, portando a comportamenti distruttivi o addirittura alla fuga. La presenza di un conspecifico può generare paura, provocando comportamenti aggressivi.

Capire quali siano i fattori scatenanti di un atteggiamento, ci permette di risalire alla fonte del problema comportamentale e di comprenderne le cause: scarsa socializzazione, traumi passati, un ambiente poco adattato o stress. Ciò consente anche di limitare futuri confronti con questi elementi per favorire il benessere del cane… per esempio evitando rumori forti in presenza dell’animale.

Il nostro compito con Fido è garantire che tutti i suoi bisogni siano soddisfatti, che gli si offrano gli elementi necessari al suo equilibrio, al suo benessere e alla sua salute. Come proprietari dobbiamo fornire una dieta di qualità, adattata alle sue esigenze nutrizionali.

È necessario, inoltre, garantire sempre un dispendio fisico regolare e vario con passeggiate, sport, sessioni di gioco e un adeguato dispendio mentale e una promozione della concentrazione grazie a giochi di intelligenza, per stabilire un legame forte. Noi siamo il suo leader, nella sua vita lui non deve assolutamente avere preoccupazioni, perché noi siamo il capo branco e in natura è l’alfa che si occupa della gestione del gruppo.

Un esempio che molti proprietari riscontrano durante prove di interazione sociale, è l’atteggiamento aggressivo del cane. Questo è dato, spesso, da un errore molto comune. Quando siamo in passeggiata, non dobbiamo scordare che noi siamo il capo e, quando ci fermiamo a parlare con qualcuno, se il nostro cane ha un atteggiamento aggressivo dobbiamo correggerlo. 

Dobbiamo così frapporci con il nostro corpo tra il cane e l’interlocutore, non dobbiamo mai permettere al cane di starci di fronte. Questo perché, se adottiamo la posizione in cui ci troviamo dietro al cane, Fido si sente più che giustificato ad andare in modalità attacco per difendere il proprio padrone. Se, invece, siamo noi ad essere di fronte a lui, il cane capirà che non deve assolutamente intervenire e che può tranquillamente rilassarsi.

Pazienza, gentilezza e ripetizione

Addestrare o riabilitare un cane difficile richiede investimenti, soprattutto in termini di tempo. È impossibile ottenere risultati efficaci praticando sessioni educative solo una o due volte al mese, quando si hanno 15 minuti a disposizione. Le sessioni educative dovrebbero essere piuttosto brevi, ma ripetute durante la settimana, quotidianamente. La nostra pazienza e costanza faranno la differenza.

La pratica deve essere coerente: usiamo gli stessi gesti e le stesse parole per farci capire e non cambiamo mai modus operandi strada facendo. Stabilire regole e limiti ben stabiliti, in modo che il cane capisca cosa può e cosa non può fare. In generale, comunichiamo sempre chiaramente con lui. Ricordiamoci che è perfettamente in grado di leggere il linguaggio del corpo e di percepire le nostre emozioni, siano esse positive o negative.

L’obiettivo è diventare il riferimento stabile di Fido, in un rapporto di fiducia e rispetto reciproci. Per un’educazione coesa è essenziale includere nel processo tutti i membri della famiglia. Se rifiutiamo di far mangiare il cane dal nostro piatto, ma il nostro partner lo permette, è normale che l’animale inizi a pretendere questo comportamento da noi quando siamo a tavola. Ovviamente la via comoda è la prima scelta per ogni creatura, le regole non piacciono a nessuno.

Per non sembrare troppo rigidi, diversi educatori consigliano di optare per l’educazione al rinforzo positivo. Permette di promuovere i comportamenti attesi, premiando l’animale quando agisce correttamente. Ciò può riguardare dolcetti, ma anche parole di apprezzamento, carezze, tempo trascorso facendo un’attività insieme. Il cane viene così incoraggiato, il che porta più emozioni positive che non si hanno durante una punizione.

Optare per il rinforzo positivo richiede, allo stesso tempo, la capacità di gestire le proprie emozioni e reazioni in caso di comportamenti indesiderati. Si consiglia infatti, per quanto possibile, di ignorare il cane quando non si comporta come desiderato. Deve essere esclusa anche qualsiasi punizione, violenza verbale o fisica. Può causare incomprensioni e stress, quindi incidere sulle relazioni e sulla fiducia. Tutte queste emozioni negative possono essere la causa dello sviluppo di altri comportamenti indesiderati.

Chiediamo aiuto a un comportamentista canino

In ogni caso, per gestire un cane difficile, è necessario contattare un comportamentista cinofilo. Preparazione, competenza ed esperienza permettono al comportamentista di individuare le fonti dei problemi, a migliorare l’ambiente dell’animale e a suggerire azioni concrete di educazione e/o desensibilizzazione.

Lascia un commento