Anche i cani possono soffrire di emofilia. Questa malattia che interessa la coagulazione del sangue può essere responsabile di emorragie importanti. Se in un soggetto sano con una lieve ferita la fuoriuscita di sangue si interrompe dopo pochi minuti, in un esemplare emofiliaco l’emorragia non si ferma mai. Ed ecco perché, in caso di sanguinamenti abbondanti, il proprietario del cane deve rivolgersi subito al medico veterinario, così da indagarne la causa.
Emofilia nei cani patologia legata all’ereditarietà
L’emofilia è una patologia di origine genetica legata alla mutazione di un gene sul cromosoma X. Se le femmine hanno la coppia di cromosomi XX, i maschi possiedono la combinazione XY. A seconda degli accoppiamenti, si possono verificare tre casi.
Primo caso. Da una portatrice sana e un maschio sano, nascono femmine con il 50% di probabilità di essere portatrici sane e maschi con il 50% di probabilità di essere emofiliaci.
Secondo caso. Da una femmina sana e un maschio affetto dalla malattia si originano, invece, tutte femmine portatrici e tutti maschi sani.
Terzo caso. Da una femmina portatrice e un maschio emofiliaco vengono alla luce femmine portatrici o malate. I maschi hanno, invece, una probabilità su due di essere sani o di essere malati.
Come convivere con un cucciolo malato?
Quando un cane arriva in casa, il suo nuovo amico umano deve indagare la storia clinica dei genitori a quattro zampe, così da ipotizzare eventuali malattie ereditarie. Se mamma e papà di Fido sono completamente sani, non c’è motivo di preoccuparsi. Chi non conosce l’albero genealogico dell’animale deve prestare però attenzione alle eventuali ferite del coinquilino a quattro zampe. Di certo, è il medico veterinario a diagnosticare l’emofilia nei cani dopo analisi cliniche. Proprio per ridurre al minimo l’incidenza della patologia, i cuccioli malati o portatori sani non vanno fatti riprodurre.
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